Robbie Robertson, il chitarrista "pellerossa" che prestò la chitarra a Dylan (e a Scorsese)

Aveva 80 anni. Sua la colonna sonora del prossimo film del regista

Robbie Robertson, il chitarrista "pellerossa" che prestò la chitarra a Dylan (e a Scorsese)
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La notizia è tragica per il mondo del rock classico, quello duro e puro che parte sul finire degli anni Sessanta. Robbie Robertson, il carismatico leader di The Band (senza nulla togliere al grande batterista-cantante Levon Helm) è morto a 80 anni a Los Angeles dopo una lunga malattia. Indiano Mohawk per parte di madre, Robertson ha rinnovato il rock (come fece Jerry Garcia dei Grateful Dead con la musica tradizionale) con profonde iniezioni di blues e di musica popolare e segnando con le sue canzoni il passaggio dall'american drean a «the big chill», al grande freddo americano.

Non a caso The Band fu accanto a Bob Dylan nel suo periodo elettrico più creativo. Dopo la clamorosa esibizione elettrica a Newport, Dylan si spostò sempre di più verso il rock e volle Robertson e i suoi al suo fianco. Andavano in tournèe sempre insieme e partorirono quello storico capitolo musicale chiamato The Basement Tapes. Si può dire che Robertson sia nato con il rock and roll. Nel 1960 prese il posto di Roy Buchanan nella band The Hawks dello scatenato cantante Ronnie Hawkins. Fu un elettrizzante esperienza durata tre anni, quando gli Hawks si misero in proprio, cambiando poi nome perchè «i falchi» erano il simbolo dei sostenitori della guerra in Vietnam.

Poi arrivò il nome definitivo, semplicemente The Band, e Bob Dylan li volle con sè a partire dal 1965 nei suoi concerti più scatenati. «Con Bob c'era sempre qualche nuova barriera da abbattere», diceva sempre Robbie, responsabile comunque anche di una gloriosa carriera con il gruppo, con dischi come Music from the Big Pink del 1968, fondamentale per l'evoluzione del rock delle radici. La sua chitarra aveva un suono particolare; sempre presente ma mai invadente, ricca di sfumature e di piccole invenzioni tanto da essere inserito al 59esimo posto nella classifica di Rolling Stone tra i migliori chitarristi di tutti i tempi.

Robertson non sarà familiare a tutti ma il suo peso sulla storia del rock è veramente incalcolabile. Quando, nel 1976, decise di sciogliere The Band, fu organizzato un concerto d'addio che divenne il film di Martin Scorsese The Last Waltz. Uno show con ospiti come Dylan (naturalmente), Eric Clapton, Neil Young, Neil Diamond, Joni Mitchell e il bluesman Muddy Waters. Commovente il finale, dove sono tutti insieme sul palco per eseguire l'iconica e suggestiva I Shall Be Released.

Robertson ha poi proseguito la sua carriera solista con alcuni album di buon successo e con parecchie attività sociali a favore dei pellirossa. Tra i suoi piccoli capolavori l'acustico Music For the Native Americans per la colonna sonora di un documentario sui nativi indiani.

E il rapporto con Scorsese non si è mai allentato e Robertson ha scritto numerose colonne sonore da Toro scatenato a Gangs of New York e The Irishman fino all'ultimo che deve ancora uscire, Killers of the Flower Moon, e lavorando anche con Wim Wenders e Oliver Stone. Sempre fedele al suo impegno sociale, prima di morire ha chiesto che invece dei fiori fossero fatte donazioni alla riserva indiana Six Nations del Grand River per costruire un centro culturale.

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