Roberta, la Biasotti in gonnella per Tursi

Roberta, la Biasotti in gonnella per Tursi

(...) guardiamo fra i maschietti sopravvissuti, i migliori del mazzo mi sembrano assolutamente Roberto Cassinelli e Sergio Maifredi, capaci di abbinare la capacità di stare in mezzo alla gente e il gusto di volare altro - l’idea lanciata ieri dalle colonne del Giornale dal nostro Federico Casabella è ottima: candidare un sindaco donna.
Anche i nomi di Federico mi sembrano ottimi: Renata Oliveri, ogni volta che c’è stato da ricoprire un incarico tecnico si è mossa bene, anche se il fatto che sia stata già candidata una volta per la Provincia la rende forse meno spendibile, in un mondo politico che digerisce e deglutisce alla svelta ogni candidatura.
Raffaella Della Bianca, è una secchiona che si impegna in ogni cosa che fa e, da maestrina dalla penna azzurra, con un grande impegno, una grande serietà e una grande forza di volontà è riuscita a conquistare l’elezione in Regione, strasudandosela e strameritandosela. Ma, forse, Raffaella è già pronta per il Parlamento prima che per Tursi.
Lilli Lauro, che ha affrontato i primi tempi da consigliera comunale come un alieno capitato a Tursi, che conosceva a malapena la differenza fra il consiglio di istituto di via Bertani e la sala Rossa, sta migliorando a vista d’occhio e già oggi è una delle migliori della squadra di Matteo Campora, sempre sul pezzo, sempre combattiva e sempre in prima linea. Fra l’altro, Lilli ha una selvaggeria napoletana contagiosa con cui riesce a contagiare gli interlocutori, anche se forse resta troppo naif della politica per completare la scalata a Tursi. Comunque, la sua sarebbe certamente una candidatura affascinante. In ogni senso.
Nicoletta Viziano, con Matteo Poggi, sta gestendo molto bene il Gruppo Giovani Industriali, ma forse è ancora troppo Viziano e troppo poco Nicoletta per essere pronta per il grande salto verso la candidatura a Tursi. Certo, però, se il nome del candidato dovesse uscire da Oltremare, il suo sarebbe nuovo, inedito e non avrebbe alle spalle altre candidature. Insomma, ottimo nome.
E poi c’è Roberta Oliaro. Che, probabilmente, in mezzo a una rosa di candidate così forti, è la migliore. Sinceramente, non ho la minima idea di come la pensi politicamente, nè l’ho sentita preventivamente sulla sua disponibilità (non ci piacciono i minuetti e i giochini delle finte richieste e delle finte risposte già concordate prima), ma so per certo che Roberta è l’anti-Vincenzi per eccellenza: educata e poco sgomitante, persino ai limiti della timidezza, ma combattiva e decisa quando si pone un obiettivo. Soprattutto non ha mai avuto paura delle cariche associative: ha accettato, suo malgrado, di guidare l’associazione degli spedizionieri Spediporto, è il numero due nazionale di Confetra, si è conquistata la Camera di Commercio e siede anche in Autorità portuale. Insomma, quando c’è da lavorare, non si chiama mai fuori.
Per Roberta Oliaro, soprattutto, parla la sua storia. Ha preso in mano l’azienda con suo fratello dopo la morte improvvisa di suo papà e dopo essersi fatta le ossa con master, ma anche con impieghi da fattorino.

Una storia che ricorda molto da vicino quella di Sandro Biasotti e la sua forza dirompente quando apparve sulla scena politica.
Ecco, la Oliaro può essere una Biasotti in gonnella. Con la Vincenzi che somiglia molto al Mori di allora...

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