Parigi - L'ex primo ministro francese Michel Rocard - esponente storico del Partito socialista - ha sparigliato ieri la campagna elettorale transalpina, in vista delle elezioni presidenziali in calendario per il 22 aprile e per il 6 maggio. Approfittando del fatto d'essere ormai ai margini della politica attiva, Rocard ha detto ciò che nessuno osava affermare. Secondo lui la candidata ufficiale socialista all'Eliseo, la signora Ségolène Royal, dovrebbe cercare un compromesso con il candidato centrista François Bayrou già in vista del primo turno. La spiegazione che Rocard fornisce è chiarissima e - dal punto di vista delle sinistre - non fa una grinza. Ecco la sintesi del suo ragionamento: visto che l'intesa Royal-Bayrou è il solo modo per battere il leader del centrodestra Nicolas Sarkozy, bisogna procedere subito in quella direzione.
Rocard ha parlato nell'interesse della sinistra, ma paradossalmente le conseguenze del suo intervento hanno avvantaggiato proprio Sarkozy, visto che i compagni dell’ex premier gli si sono rivoltati contro, accusando Bayrou di essere un personaggio poco frequentabile e rifiutando categoricamente - per bocca del segretario generale socialista François Hollande - ogni ipotesi di alleanza organica con lui in vista del primo turno. Rocard, esponente di una corrente di pensiero socialdemocratica, ha dimostrato due cose di cui già era ben conscio: il proprio isolamento politico e il persistere di una forte carica ideologica in seno alla sinistra francese. Così la rivalità tra Royal e Bayrou in vista del primo turno proseguirà più aspra che mai e alla fine il beneficiario potrebbe essere Sarkozy.
Nel tourbillon dei sondaggi Sarkozy esce bene. Al primo turno il leader dell'Ump (Union pour un Mouvement populaire) dovrebbe avvicinarsi al livello del 30 per cento dei voti, mentre la sua probabilissima rivale al ballottaggio, appunto la Royal, dovrebbe avvicinarsi al 25 per cento. Seguono poi - nettamente staccati - Bayrou poco sotto il 20 per cento e Le Pen dalle parti del 15 per cento.
Al tempo stesso una parte della stampa francese ritiene di conoscere i risultati di inchieste - diverse dai sondaggi in senso stretto - effettuate per conto dei Reinseignemens généraux (Rg), che sono una via di mezzo tra la nostra Digos e i servizi segreti. Prima del secondo turno delle presidenziali del 2002, un'indiscrezione incontrollata dei Rg ipotizzò oltre il 40 per cento dei voti per Le Pen. La circostanza favorì il suo rivale Jacques Chirac perché - di fronte a quella prospettiva - molti elettori, che mai lo avrebbero votato, scelsero di recarsi alle urne e di dargli il proprio suffragio. Alla fine Le Pen ebbe il 18 per cento. Anche stavolta gli Rg - che dipendono dal ministero dell'Interno - avrebbero fatto filtrare un'indiscrezione che vede Le Pen al secondo turno, essendo davanti alla Royal e a Bayrou. L'ipotesi di una tale inchiesta è assolutamente incontrollabile.
Nel dibattito politico è entrato ieri anche il tema del possibile mutamento di sistema elettorale per la scelta dei 577 deputati.
Brice Hortefeux, strettissimo collaboratore di Sarkozy nonché ministro uscente per le Collettività territoriali, ha proposto una sorta di «Mattarellum alla francese»: mantenimento del sistema maggioritario a due turni con l'aggiunta di una «iniezione di proporzionale». La proporzionale entusiasma i partiti oggi non rappresentati in Parlamento: Front national di Le Pen da un lato e trotzkisti dall'altro. Anche i Verdi sono molto favorevoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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