Rocca sfida il gelo e la crisi «La mia coppa già in salita»

L’azzurro affronta il primo slalom in condizioni precarie: «Ho un dito del piede gonfio e nero. E con questo freddo va sempre peggio»

Maria Rosa Quario

da Levi

Su una poltroncina nella hall dell’hotel Hullu Poru (renna impazzita), Giorgio Rocca sfoggia zoccoletti rossi made in Usa uguali a quelli visti ai piedi di Bode Miller. Cuffie in testa e occhi fissi dentro uno schermo, due fra i più attesi protagonisti dello slalom di Levi si isolano nel loro mondo privato. L’unica differenza fra Giorgio e Bode è che il primo oggi in pista avrà sul petto un’altra cosa rossa, la più ambita in coppa del mondo, il pettorale di leader della specialità. Un anno fa a Beaver Creek era stato Benny Raich a partire in rosso, ma vincendo nel primo slalom stagionale Giorgio si era preso l’onore e non lo aveva mollato più. E oggi, chi salirà sul podio indossando il simbolo del potere? «Non so chi vincerà, so solo che io sono preoccupato perché questo dito mi fa un male cane». Giorgio toglie lo zoccoletto, mostra l’alluce del piede sinistro fasciato in una benda e racconta che venerdì scorso, ai meno venti dello Stelvio, aveva cominciato a sentire male: un dito gonfio e nero, principio di congelamento era stata la diagnosi, impossibile rimettere lo scarpone, quest’anno accorciato di circa un centimetro per esigenze tecniche. I meno quindici di ieri hanno riaperto la piaga: «Ho tolto lo scarpone e il dito sanguinava, me lo hanno appena medicato, ma fa davvero male, mentre scio non ci penso, il problema però potrebbe aggravarsi e non è il massimo per uno sciatore perdere la sensibilità». Quattro giri di allenamento più due sulla pista di gara, questo il programma della vigilia di Rocca, una vigilia che gli ha fatto scoprire una pista meno facile del previsto: «Piatta è piatta, ma la neve è dura come si deve, hanno poi piazzato qualche dosso nella parte alta e credo che potremo divertirci. Gli sci saranno importanti, sono davvero curioso di vedere Miller, Palander e Ligety che hanno cambiato marca come si trovano, io sono tranquillo, ma non certo in forma come a dicembre un anno fa, quando cominciai la mia serie vincente». Una serie che gli ha aperto le porte del paradiso, dandogli popolarità e sponsor, quelli che purtroppo mancano alla federazione italiana, alle prese con una crisi economica forse senza precedenti. Per risparmiare, lo staff qui a Levi è ridotto all’osso, i tecnici della squadra maschile ieri hanno dato una mano alle donne, oggi però i maschi dovranno arrangiarsi perché nel frattempo le donne sono partite. Il ct Roda scuote la testa e va avanti spinto dalla passione, lo stesso fa il responsabile delle squadre maschili Claudio Ravetto, che aspetta con ansia il 15 del mese per ricevere il primo stipendio, da aprile ad agosto ha lavorato gratis, ora gli pagheranno settembre e ottobre.
«È difficile trovare una spiegazione a questi problemi, lo sci è uno sport che piace, che muove interessi enormi, possibile che la federazione non trovi qualcuno disposto ad investire» si chiede Rocca, sconsolato. Flavio Roda una risposta ce l’ha: «Il problema è che oltre allo sci alpino la Fisi deve gestire discipline meno attraenti per gli sponsor, l’Audi ha fatto un grosso investimento, ma era interessata solo all’alpino e la situazione resta difficile». «Forse non era un pazzo Miller quando diceva che si dovrebbe mettere in piedi un circuito pro, con i migliori a gestirsi per conto proprio» ragiona Rocca, che vorrebbe anche «gare un po’ più interessanti, ad esempio slalom in tre manche, e soprattutto manifestazioni di contorno per il pubblico». Spettacolo, questo vuole Giorgio.

Tutti lo vogliamo, con lui come attore protagonista, in rosso.

Gli italiani al via: 5 Rocca, 19 Thaler, 26 Deville, 27 Mölgg, 31 Fill, 59 Schmid, 60 Tiezza, 70 Innerhofer, 72 Zardini. TV: diretta su Rai2 ed Eurosport, 1ª manche ore 10, 2ª manche dalle 12.55.

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