Allimprovviso la sorpresa. La Lazio non si piega ai veleni di una vigilia condita dal «meglio perdere che far vincere lo scudetto alla Roma» e regala ai cugini un 1-1 che sa di insperato aiutino. Ma la genesi del match va raccontata. Perché al gol di Crespo il boato dellOlimpico è sembrato globale, senza distinzione di fede calcistica. Solo i commentatori delle radio private fanno finta di niente: «No, non mi sembra proprio che abbiamo gioito dalla curva laziale» sentenzia dai microfoni di Radio Radio la voce ufficiale Stefano Benedetti, forse per ridare un po donore perduto al «tifo» biancazzurro o forse per un peccato veniale, semplice distrazione. Poi pian piano che la partita prosegue, con quellInter sparagnina che fa poco o nulla per guadagnarsi i tre punti (proprio il contrario della Roma) il giudizio dei radiocronisti diventa più severo. «Beh, a questo punto il pareggio sembra il minimo», commenta Benedetti. E infatti arriva il meritato gol di Rocchi e la pezza di Behrami che scheggia la traversa, subito imitato da Dabo. Una reazione dorgoglio che risveglia il tifo sopito.
Una bella Lazio che fa piccola lInter. Al fischio finale tutti a casa contenti, lInter perché mantiene il vantaggio sulla Roma, la Lazio perché non molla la presa sullEuropa e fa fare una brutta figura alle malelingue.Rocchi tiene in vita i cugini
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