Controlli a tappeto da questa mattina nei dodici campi nomadi regolari della città. Polizia e carabinieri andranno a verificare se le tre condizioni poste dalla direttiva europea per gli immigrati comunitari - domicilio, mezzi di sostentamento e copertura dellassistenza sanitaria - sono rispettate. Dodopodiché, le verifiche scatteranno «anche nei campi abusivi». Precisazione del vicesindaco Riccardo De Corato, che insieme allassessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli negli ultimi mesi si è ritrovato spesso a fare sopralluoghi a Triboniano. «E ogni volta - racconta - abbiamo assistito alla stessa scena: a mezzogiorno erano presenti poche donne e bambini ma in compenso moltissimi uomini, impegnati a giocare a carte, sembra pure dazzardo». Ma ieri mattina, durante un incontro con il prefetto Gian Valerio Lombardi per fare il punto sullemergenza rom, il Comune ha deciso di passare al setaccio le aree regolari. Forze dellordine e vigili «identificheranno quei cittadini comunitari che, in mancanza dei requisiti previsti dalla normativa, dovranno essere espulsi». Dalla fine di luglio a oggi i ghisa hanno già identificato 400 persone - ai semafori, in metrò o mentre chiedevano lelemosina -, tutte romene e soggette al rimaptrio, se a un secondo controllo e dopo tre mesi di soggiorno dovessero risultare di nuovo sprovviste di casa, lavoro o assistenza sanitaria.
De Corato frena gli entusiasmi: «Al momento, il prefetto può solo intimare a queste persone di lasciare lItalia, ma la legge non prevede il rimpatrio coatto. Se il ministro Amato presenterà, come ha promesso, un decreto legge che permetta di procedere al rimpatrio forzato di chi non viene trovato in regola, già a fine ottobre potremmo essere in grado di rispedire a casa con fogli di via prefettizi chi non risponde ai requisiti o dichiara il falso». Ma ieri il Comune e Lombardi hanno stretto i tempi per arrivare entro fine ottobre anche alla nomina del prefetto come commissario per lemergenza rom: «Abbiamo esaminato la bozza ed è quasi definitiva, nei prossimi giorni il prefetto la presenterà al ministro dellInterno e a quel punto potrà iniziare, speriamo, a localizzare qualche migliaio di rom fuori Milano, sono almeno 6-7mila quelli che dovrebbero essere allontanati».
Più dura, invece, studiare un piano di rimpatri collaborando con le autorità romene, che fanno orecchie da mercante. La scorsa settimana il vicesindaco e gli assessori Moioli e Carla De Albertis hanno incontrato una delegazione diplomatica del governo romeno. «Abbiamo parlato di tutto, di progetti a favore dei nomadi pagati con fondi comunitari - ammette la Moioli -, fuorché di rimpatri.
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