Roma

Rom delocalizzati, piccoli comuni in rivolta

(...) I senatori Giulio Marini (Fi) e Laura Allegrini (An) hanno annunciato un’interrogazione al Ministro Amato «per individuare chi sta mettendo in pericolo la sicurezza pubblica del viterbese». Due pullman con 200 persone ieri sono arrivati a Roma da Barbarano per protestare contro il prefetto Achille Serra: «Non si possono destinare - hanno detto i manifestanti - 500 rom a un paese di 900 anime». Ieri era il giorno del vertice a Palazzo Valentini, fra Serra e i sindaci del Lazio. Oltre a Latina, i tre comuni del Reatino e Barbarano, anche Sutri e Nepi nel Viterbese, Sant’Ambrogio sul Garigliano nel Frusinate. Al summit anche il governatore Piero Marrazzo, il presidente della provincia di Roma Enrico Gasbarra, i quattro prefetti e presidenti delle altre provincie del Lazio. Assente Veltroni.
Il Prefetto ha ripetuto che la capitale è al collasso, con 20mila rom ufficialmente censiti che potrebbero diventare 30mila con l’ingresso della Romania nell’Ue: «Ma sbaglia - ha precisato - chi parla di grandi numeri da destinare ai comuni del Lazio». Marrazzo ha fatto il pompiere: i comuni nulla possono respingere, spiega, perché ancora nulla è stato proposto. Le proteste e le minacce di blocchi stradali sarebbero frutto delle indiscrezioni giornalistiche.
Eppure il piano c’è. Da Villa Troili, conferma l’Opera Nomadi, i nomadi sono andati via in a base a un accordo preciso, e una località è destinata ad accoglierli. Sul piatto della bilancia, a quanto pare, per i comuni ci sarebbe il pagamento, da parte della Regione, delle strutture di assistenza, di alloggio e di tutti i servizi. Nessun aggravio a carico dei bilanci locali, insomma. La popolazione, però, non vuole i rom, perché sa benissimo che accogliere 10 o 20 famiglie oggi potrebbe voler dire trovarsene altre 30-40 domani. Peraltro nei piccoli centri le forze dell’ordine non abbondano: chi garantirebbe la sicurezza e l’ordine pubblico? E chi darà lavoro ai rom?
«Per i nomadi bisogna seguire gli esempi di altre grandi città europee - propone Gianni Alemanno, presidente romano di An - e fare come in Germania, dove si permette l’ingresso a un numero determinato di rom, esclusivamente in luoghi definiti, controllati e gestiti per il tempo strettamente necessario a consentire le ripartenze». Per il consigliere di An, Fabio Sabbatani Schiuma, Serra invece ha ragione a voler trasferire i rom negli altri comuni del Lazio: «Ma la delocalizzazione va pianificata lontano dai centri abitati, fino a quando queste persone non sapranno coniugare diritti e doveri». A conferma bastano le cronache di ieri. Sei rom «in trasferta» dai campi romani sono stati arrestati dai carabinieri di Monterotondo per rapina, furto, spaccio.

Niente di nuovo.

Commenti