Rom, spunta l’ipotesi Martinitt

Gianandrea Zagato

Una scuola abbandonata. Magari quello storico istituto dei Martinitt nella periferia milanese o quell’altro edificio scolastico a due passi da Trezzano. Aree cerchiate in rosso sulla mappa che Filippo Penati sottopone oggi al vertice in prefettura. Appuntamento clou a Palazzo Diotti per mettere la parola fine, almeno per quei 79 rom sgomberati dal campo di via Capo Rizzuto.
Ma la soluzione - nonostante i tentativi messi in atto dal prefetto Bruno Ferrante - non è certa. E sarebbe un danno, come ricorda don Virginio Colmegna: «Non possiamo più andare avanti a lungo» ovvero tra qualche giorno la politica se ne va in ferie e, allora, il problema dei 79 resterebbe esclusivamente sulle spalle della Casa della Carità. Che, da qualche settimana, ospita gli sgomberati. Ma è bene ricordare la soluzione che deve coniugare «solidarietà e legalità» spetta alla Provincia.
Carico certamente gravoso ma non impossibile «per un amministratore pubblico accorto» osservano le opposizioni a Palazzo Isimbardi: solo che «Penati e i suoi boys si sono occupati del tema quando è scoppiata l’emergenza e non prima che il problema incancrenisse».

Ma il senso di responsabilità spinge Forza Italia, Alleanza nazionale, Lega e Udc a «sedersi attorno a un tavolo per trovare proposte che sono più efficaci se condivise in modo bipartisan». Apertura accolta con soddisfazione dall’Unione rom e sinti e con un silenzio tombale dall’amministrazione Penati.

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