Roma All’ultima spiaggia «Siamo obbligati a crederci»

«Le possibilità di arrivare al quarto posto non sono molte e non dipendono solo da noi, ma abbiamo l’obbligo di crederci, bisogna finire bene questa stagione». Luciano Spalletti non vuole mollare, la sua Roma dopo il derby perso ha l’aria di un pugile suonato, ma ancora non è al tappeto. «Siamo abituati a rincorrere e sono convinto che in un momento come questo facciamo meno fatica di altri», aggiunge il tecnico.
Il futuro di questo campionato è ancora in bilico tra la qualificazione Champions (difficile) e quella nella neonata Uefa Europa League (molto probabile). Così come in bilico sembra ancora il futuro di Spalletti. Lui ribadisce che ne parlerà esclusivamente con la società e respinge le voci di una rottura con l’ambiente romanista. Le sue parole, legate alla domanda se sia ancora felice di allenare la Roma, sembrano guardare però più al passato.
«Non parlerei di felicità, ma di passione - sottolinea Spalletti -. Di serate felici ne abbiamo passate tante insieme, e di conseguenza delle belle feste. La passione fa la differenza, non la felicità. E anche l’amore per il proprio lavoro. Sono quattro anni che alleno la Roma, sono sempre arrivato a Trigoria alle 9 e sono sempre andato via alle 20. Se volete vi scrivo quello che ho fatto nel secondo allenamento di 4 anni fa. Quando si vive male in un ambiente, non si rimane tutto questo tempo in ufficio. E quando andrò via da qui, tornerò a Roma, perché è una cosa diversa dalle altre città».
Va bene la passione, ma Spalletti cosa ha da dare ancora alla Roma? «Penso che sia stato fatto un lavoro eccellente - continua il tecnico toscano -. Ci siamo impegnati fino in fondo. Sono abbastanza soddisfatto di quello che siamo riusciti a creare e dei risultati che abbiamo avuto, nonostante questo ritengo di avere delle responsabilità per questa stagione, perché la squadra poteva fare di più. Promesse al presidente Sensi (che oggi tornerà in tribuna dopo la recente maternità, ndr)? Io non prometto niente se non di continuare con la massima passione e impegno. Mi piacerebbe assicurare qualcosa, ma conosco le difficoltà del mio ruolo».
Oggi intanto all’Olimpico arriva il Lecce e la Roma ha la solita lista di indisponibili. Mancheranno gli squalificati Mexes e Panucci e gli infortunati Doni, Cicinho, Aquilani, Juan, Menez e Vucinic. Anche Spalletti sarà in tribuna (al suo posto il vice Domenichini), appiedato dal giudice sportivo dopo la squallida «rissa» verbale con Tare nell’intervallo del derby. Già, il derby che ha fatto riaffiorare il nervosismo nell’ambiente giallorosso. «Questa stagione è stata in salita e quando vivi un anno così è chiaro che diventa più facile innervosirsi, ma non dovrebbe succedere - dice Spalletti -. Anche io in passato ho sempre cercato di passare sopra a ogni cosa, quest’anno non ce l’ho fatta».
A Trigoria dura presa di posizione dei tifosi contro l'eventuale cessione di Mexes, che per alcuni ha già l’accordo con il Milan. «Sensi: Mexes non si tocca», lo striscione esposto davanti ai cancelli del centro tecnico.

Problema per Motta: il difensore è uscito dal campo in anticipo dopo aver ricevuto una botta a un piede, ma sarà al suo posto. In porta giocherà Artur, mentre Taddei è stato sottoposto a un controllo a Villa Stuart che non ha evidenziato lesioni.

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