Roma ancora ko nel derby con gli ultrà Ma il pugno duro è solo una carezza

RomaDopo più di un anno il derby di Roma tornava sotto la luce dei riflettori. Risultato? Sei arresti, 56 denunce, sequestri a iosa di bombe carta, spranghe e coltelli, la solita «puncicata» (di nuovo una soltanto, quasi a ripetere un macabro rito in barba ai controlli) a un quindicenne di fede laziale. Ma con un salto di qualità della violenza da derby: l’assalto con lancio di sassi al pullman di una delle due squadre (nella fattispecie la Lazio). Finora la stracittadina romana aveva solo parlato di scontri tra tifosi di opposte fazioni o tra tifosi e forze dell’ordine. Dunque gli imbecilli, magari semplici cani sciolti, hanno lanciato una nuova sfida alle istituzioni.
La scelta della notturna, avallata dal ministro dell’Interno Maroni, faceva già discutere alla vigilia. Come hanno fatto discutere dopo il derby le critiche a caldo del sindaco Alemanno («assurdo chiudere un intero quadrante della città per una partita») con i romani inferociti per il traffico congestionato in un giorno feriale. Mai come stavolta la scelta del derby di sera si è rivelata un boomerang e se l’opera di prevenzione e di controllo è stata ammirevole, in futuro (forse già il 13 marzo in campionato) si dovrebbe vedere un Roma-Lazio di giorno.
Anche se Maurizio Beretta, presidente di Lega, sottolinea che «siamo sulla strada giusta, nonostante due episodi gravi, si è potuto giocare in un orario più consono alle esigenze dei tifosi». E il Viminale, al momento, non pare intenzionato a usare il pugno duro con i tifosi romanisti. Niente settori chiusi per gli incontri casalinghi con Cagliari e Brescia, mentre il divieto di trasferta per Torino (sfida di Coppa con la Juve il 27) e Bologna il 30 non sono diretta conseguenza dei fatti di mercoledì. L’Osservatorio aveva già indicato a rischio entrambe le sfide, così come Lazio-Fiorentina e Roma-Brescia, precluse ai tifosi viola e delle rondinelle. E oggi il giudice sportivo, ricevuto il referto dell’arbitro Bergonzi e quello del funzionario della Procura federale presente all’Olimpico (che ha chiesto alla Lazio un rapporto verbale su quanto accaduto), sancirà una multa salata per le società, più che altro per il continuato lancio di petardi e bombe-carta da parte delle due curve.
Di sicuro, la nuova notte di follia dell’Olimpico porterà a un effetto «svuotamento» dello stadio. La disaffezione dei veri tifosi giallorossi e biancocelesti è un crescendo rossiniano, come testimoniano le statistiche delle presenze del girone di andata (la media per entrambe è di meno di 32mila spettatori, appena il 40 per cento della capienza dell’impianto del Foro Italico). Uno dei fattori è l’effetto della famigerata tessera del tifoso, tanto che al Viminale - nonostante le dichiarazioni positive di Maroni, che però parla di correttivi - stanno seriamente pensando a un deciso passo indietro per la prossima stagione.

E la domanda che molti si fanno ora è: possibile continuare così? Anche se nessuno pensa a un Olimpico chiuso per derby, forse una soluzione drastica sarebbe necessaria. Sempre che le istituzioni sportive (e le società) la vogliano davvero.

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