Alla Roma basta un colpo di Mancini

da Roma
È la serata di Francesco Totti e della festa per il traguardo dei 200 gol in giallorosso. Alla fine a lasciare il segno sulla partita è però Amantino Mancini, che permette di continuare l’inseguimento all’Inter. La sua condizione di separato in casa non sembra cambiata, a giugno il divorzio (consensuale) dalla Roma potrebbe avvenire, ma l’esterno brasiliano ha dimenticato i fischi dell’Olimpico e ha ritrovato il feeling con i tifosi e l’ambiente. Oltre che la fiducia di Spalletti che lo aveva più volte bacchettato in passato e che lo aveva invece elogiato alla vigilia per l’assist a Vucinic in coppa Italia a Genova.
Il gol del brasiliano risolve una partita dominata dai giallorossi, ma resa difficile dall’atteggiamento tattico dei siciliani. L’antipasto del match è da brividi: la curva sud regala il suo personale Pallone d’Oro a capitan Totti per le 200 reti realizzate. Evento festeggiato da una lunga fila di bambini, duecento appunto, che si schierano in fila indiana dalla bandierina del calcio d’angolo fino al centrocampo per ricevere il cinque del capitano.
Nel primo tempo la Roma macina gioco, esercita un possesso palla spaventoso, ma il 4-4-2 a rombo proposto da Guidolin non lascia spazi, con Caserta che si incolla su Pizarro limitandone l’inventiva. Il cileno meriterebbe una tiratina d’orecchie per una simulazione in area, un brutto gesto in questo periodo zeppo di polemiche arbitrali. I giallorossi, per la prima volta dalla partita con l’Inter senza reti segnate in casa nei 45’ iniziali, collezionano solo due occasioni «sporche» con Perrotta e Cassetti; Miccoli mette paura a Doni da fuori area, ma è clamorosa l’opportunità fallita da Zaccardo di testa a due passi dalla porta romanista.
A far saltare i piani del tecnico del Palermo è l’ingenuità a inizio ripresa di Rinaudo, che entra a piedi uniti su Brighi (Matteo); l’altro Brighi (Cristian) non può che estrarre il rosso. E nei tre minuti successivi si decide il match. L’assenza di un difensore (e la solerzia di un raccattapalle, come ironizza Guidolin a fine gara) è decisiva in occasione del gol vittoria: sul corner di Taddei, Mancini salta indisturbato anticipando un Fontana non impeccabile e festeggia il gol «strisciando» tra le gambe del compagno.

Ma come contro la Sampdoria, pure in superiorità numerica, la Roma soffre e rischia grosso soprattutto quando Cavani ha la possibilità di concludere a rete a centro area. Il palo di Mexes allo scadere suggella però il meritato successo giallorosso. Per una notte la squadra di Spalletti si porta a -4 dall’Inter e si affida all’Udinese, bestia nera nerazzurra.

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