da Roma
LInter vola, la Roma rallenta. Ma si consola con la notizia più bella, che la piazza giallorossa ha atteso per tanti giorni: Spalletti ha firmato il contratto e ha prolungato il matrimonio con il club di Trigoria. Accordo fino al 2011, circa due milioni netti a stagione più i premi. Lincontro decisivo ieri sera a Villa Pacelli, centro nevralgico delle aziende della famiglia Sensi. Il brindisi avverrà oggi, a margine della conferenza stampa del tecnico, alla vigilia del match di Coppa Italia col Parma. La nota diramata dalla società è uninvestitura ufficiale. «Il presidente della Roma e l'allenatore Spalletti rendono noto con reciproca soddisfazione di aver raggiunto un accordo per il prolungamento del contratto. Le intese raggiunte verranno formalizzate domani (oggi, ndr)». Una firma dai connotati storici. Perché prima di Spalletti, nessuno aveva legato per così tanto tempo il proprio nome a quello della Roma.
Il club blinda uno dei tecnici più corteggiati, lanciando un chiaro segnale alle rivali. Lo stesso che ieri, a margine dellincontro avvenuto a Roma tra arbitri, capitani e allenatori, Rosella Sensi ha reso noto davanti a microfoni e taccuini. «Possiamo ancora dire la nostra, non temiamo lInter. Abbiamo un grande allenatore: ha fatto e farà la storia della Roma». Frasi destinate a lasciare il segno. «Non dobbiamo per forza vincere lo scudetto aggiunge Spalletti -, ma tenteremo di diminuire il divario». Pillole di saggezza. La stessa che ieri ha dispensato il suo collega Mancini, in attesa di dire «sì» allInter. «Il discorso scudetto non è chiuso, mancano ancora diciannove gare. Temo la Roma ma confido nellInter. Più di loro abbiamo solo nove punti di vantaggio». Un invito a rimanere con i piedi per terra. Anche se i complimenti di Moratti, che per elogiare il suo allenatore ha rievocato Herrera, cullano ambizioni. «Lo ringrazio, ma erano altri tempi. Parliamo di un mito che ha vinto tutto. Io sono un bel podietro...». Successi, consensi, fughe. Unondata di gioia che merita riflessioni. «Non cè alcun problema, né da parte mia, né da parte del presidente. Se la firma è solo una formalità? No, non direi formalità. Credo che le priorità siano altre. Dobbiamo continuare a fare bene». Lo spera pure Moratti.
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