Proviamo, per dieci minuti, a metterci nei panni di un antico romano e a credere nei segni profetici. Ebbene, il segno che ci ha comunicato ieri il ministro Rutelli è chiarissimo: sul Palatino è stato scoperto il luogo dove, secondo la leggenda, la lupa allattò Romolo e Remo. Se la lupa rappresenta Roma, e quindi il potere, chi sono i due fratellini che se lo contenderanno? Non occorre un aruspice, per rispondere. A pochi giorni dalla proclamazione di Walter Veltroni a segretario del Partito Democratico, e all'indomani dell'annuncio del nuovo partito di Silvio Berlusconi, è evidente che la sibilla Rutelli ha involontariamente dato l'annuncio fatale che saranno proprio loro due a contendersi la guida della Città Eterna e dell'Italia tutta. Ora c'è solo da sperare che lo scontro, sotto forma di pacifiche elezioni, avvenga presto. E che vinca il migliore. Gli dei non ci dicono chi è, ma gli elettori - in questo caso più potenti di tutto l'Olimpo - sapranno scegliere.
Fino a ieri non erano affatto buoni i segnali provenienti dalle parti del Palatino (che non a caso ha la stessa etimologia di Palazzo). Le ultime notizia di cronaca erano l'aggressioni subite da Lamberto Sposini e Giuseppe Tornatore non lontano da lì, in una zona un tempo fra le più tranquille e sicure di Roma, ma diventate infide e pericolose proprio come il Palazzo. Proprio come questa città, stupenda e malata, insicura nelle stanze del potere quanto nelle strade, dove i suoi abitanti vorrebbero soltanto circolare in pace.
E, a proposito di pace, guai a parlare di buche al tassista che mi porta a cercare la buca che ha permesso di scoprire il luogo dove vennero allattati Romolo e Remo: le sue imprecazioni sono numerose e profonde come le poco nobili buche disseminate per le strade. Guai a parlare di buche a un qualsiasi cittadino romano, perché - se non sono quelle delle strade - richiamano subito alla mente quelle, ben più grandi e sempre aperte, che sventrano e bloccano la città nel tentativo di fare avanzare i lavori della metropolitana. È di certo vero che i continui ritrovamenti archeologici, appena si scava, contribuiscono a fare di Roma la capitale con la metropolitana più breve d'Europa. Ma i romani hanno anche ragione a credere che si tratti di una bella scusa per coprire decenni di inefficienza, burocrazia, sprechi. C'è la comprensibile tendenza, insomma, a dare la colpa alle ultime amministrazioni che ai romani antichi, sui quali la città campa ancora, grazie al turismo.
Il turismo, per fortuna, riceverà linfa ulteriore dalla scoperta annunziata ieri, e che è importante. Se l'allattamento di Romolo e Remo da parte della lupa è leggendario, gli antichi romani lo prendevano molto sul serio, tanto da avere costruito il luogo di culto appena scoperto. Lì, il 15 febbraio, si celebravano i lupercali, una festa bizzarra. I sacerdoti, coperti solo di listarelle di pelle di animali sacrificati, correvano intorno al colle frustando tutti quelli che incontravano. Secondo Ovidio, si intendeva così donare la fertilità alle donne; secondo Varrone, invece, si trattava di un rito di purificazione. In entrambi i casi, purificazione o fertilità, vogliamo prenderlo ancora come un buon auspicio per il vincitore del futuro scontro fra Berlusconi e Veltroni. Che si purifichino da una politica diventata insopportabile a tutti e che rendano fertile questo Paese disseccato proprio dalla politica.
C'è anche una terza spiegazione dei lupercali, che riporto per dovere di cronista e di storico. La festa avrebbe avuto origini più antiche, dalle sacerdotesse della dea Lupa, che indossavano pelli appunto di lupa, ululavano alla luna e esercitavano la prostituzione sacra.
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