Roma - Una militante politica senegalese si è cosparsa di benzina e si è data fuoco rimanendo gravemente ustionata in un drammatico gesto dimostrativo che ha consumato questa mattina a Roma in piazza del Campidoglio dove stava arrivando il presidente del Senegal Wade. Ancora non è del tutto chiaro il motivo del gesto. L’unica cosa certa è Kebe Peinda Gotha, 39 anni, si trova ricoverata al reparto Grandi Ustionati dell’ospedale romano Sant’Eugenio con il 70 per cento del corpo piagato da ustioni di terzo grado.
Si è data fuoco davanti al marito e ai tre figli Secondo alcune fonti, ad assistere al tentato suicidio c’erano anche il marito e i suoi tre figli. Il gesto, secondo una spiegazione fornita da Al Baba Faye, senegalese ed esponente della Sinistra democratica nel nostro paese, è stato diretto contro rappresentanti del partito democratico del paese africano in Italia, di cui peraltro la donna è attivista di rilievo a Brescia. L’occasione è stata la presenza a Roma, proprio in Campidoglio, del presidente senegalese Abdoulaye Wade, che peraltro è imparentato con la donna. «Da Brescia era venuta ad incontrare il presidente - ha spiegato Faye - ma alcuni senegalesi devono aver dato indicazioni per non farla entrare. Da lì è nata la sua rabbia».
L'intervento di un carabiniere Ad impedire la morte della donna nella piazza, è stato un carabiniere che ha avuto la prontezza di prendere un estintore nell’auto di servizio. Giuseppe Aliberti, brigadiere del II battaglione Liguria ha raccontato: «Tutto è cominciato quando abbiamo visto questa donna salire la scalinata. Io e un poliziotto siamo saliti dietro di lei perchè diceva che voleva buttarsi giù. A quel punto abbiamo cercato con molta delicatezza di calmarla, ma si è gettata a terra sulla scalinata. Poi è arrivato suo marito e l’abbiamo riaccompagnata sulla piazza». Il carabiniere ha spiegato che la senegalese parlava un italiano stentato, e diceva di essere incinta. Dopo essere stata accompagnata in piazza del Campidoglio, la donna è sparita. «Dopo circa un’ora - ha aggiunto il brigadiere - ho visto nuovamente la signora che si avvicinava alla stessa scalinata ed era tutta bagnata, non sapevo però con che si fosse bagnata. Mi sono reso conto che aveva un accendino in mano e in una frazione di secondo si è data fuoco. Subito mi sono diretto al nostro mezzo, ho preso l’estintore e ho spento le fiamme. Era una torcia umana» Nella sala della Protomoteca capitolina stamani era in corso un incontro tra il presidente Wade e la comunità senegalese romana e italiana.
Voleva incontrare il presidente Wade Secondo alcune fonti la donna, pur vivendo in Italia, a Brescia, si sarebbe molto impegnata, durante la campagna elettorale, affinchè l’attuale presidente del Senegal fosse eletto, ma da quando ciò è avvenuto le sarebbe stato impedito di incontrare Wade. E l’ultimo rifiuto sarebbe avvenuto proprio stamani nell’albergo di piazza della Repubblica dove il capo di Stato alloggiava.
Sarebbe questo il motivo che avrebbe spinto la donna a compiere il gesto, lo ha riferito il marito a fonti che hanno potuto ascoltarlo. La donna, secondo quanto riferito dalla polizia, probabilmente voleva accedere alla sala della Protomoteca dove si trovava il presidente e lì, quasi sicuramente, voleva mettere in atto il suo gesto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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