A Roma il doppio di Milano. Domani scade l’ultimatum nella lite Adr-compagnie

Due punti fermi, tanto per non creare equivoci: l'interlocutore del passeggero è sempre e solo la compagnia, non l'aeroporto o qualunque altro soggetto; i servizi di terra che riguardano i passeggeri e i bagagli sono dal 2000 liberalizzati, e vengono svolti da società in concorrenza tra di loro e non necessariamente dalla società di gestione dell'aeroporto. La storia della valigia di Fiumicino caduta da un carrello e abbandonata sul piazzale deve essere letta alla luce di queste premesse per non generare malintesi: non è quindi una «colpa» diretta del gestore aeroportuale, in questo caso Adr. Se poi un bagaglio non viene riconsegnato regolarmente al passeggero, la compagnia aerea deve risponderne anche se la colpa diretta non è sua ma di un suo fornitore aeroportuale. Quando ci arrabbiamo a uno scalo d'arrivo perché non ci è arrivata la valigia, ce la prendiamo quindi con chi ha la responsabilità ma non la colpa.
Il mondo del trasporto aereo, uno dei più complessi e regolamentati, mostra anche in questo caso la segmentazione del proprio processo produttivo. L'handler, ovvero chi svolge i servizi di terra (check-in, lavorazione dei bagagli, servizi di rampa) è spesso una società sconosciuta al grande pubblico e semplice fornitore della compagnia. A Roma gli handler autorizzati dall'Enac (l'autorità che vigila sull'aviazione civile) sono sette, a Milano sono quattro. La compagnia (che talvolta può svolgere i servizi a terra in proprio, com'è il caso di Alitalia a Roma) sceglie il proprio fornitore sulla base del rapporto qualità-prezzo. Se il prezzo è basso ma il fornitore è un pasticcione, la compagnia deciderà di sostituirlo, perché ogni bagaglio smarrito rappresenta costi non sempre coperti da assicurazione.
Adr (che fa capo al gruppo Benetton) ha più volte segnalato all’Enac che sette handler sono troppi e che creano affollamento di uomini e di mezzi nelle aree di lavoro; l'episodio di ieri sembra confermarlo. Quello che stupisce, tuttavia, è che la valigia in questione sia rimasta mezz'ora (secondo le testimonianze riferite) in stato di abbandono. Adr assicura di avere una squadra di «security» che vigila sui piazzali; inoltre le procedure prevedono che ciascun handler possa raccogliere un bagaglio abbandonato per consegnalo alla società competente, e che tutto il personale operativo dello scalo sia tenuto a farne segnalazione agli uffici. Perché ieri sia trascorso tanto tempo, nessuno lo sa: un ingombro sui percorsi di transito è, oltretutto, un pericolo per la sicurezza dei mezzi.
Infine, una coincidenza. Adr, alla quale compete la gestione dei servizi centralizzati, ha chiesto da mesi alle compagnie aeree un aumento della tariffa per i bagagli in transito, che utilizzano strutture di sua competenza.

Il braccio di ferro non si è concluso, e solo pochi giorni fa Vito Riggio, presidente dell'Enac, ha dato un ultimatum: o entro il 10 gennaio (proprio domani) le compagnie pagheranno 1,86 euro a bagaglio come richiesto da Adr, o l'autorità potrà bloccare il decollo dei voli. Vedremo come finirà. Pensare comunque a un mini-sabotaggio («chiedono l'aumento ma perdono le valigie») al momento appare del tutto fuori luogo.

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