Roma inguardabile E la Sensi si arrabbia: «Dovete vergognarvi»

L’Ascoli sfiora il colpo: due volte in vantaggio, raggiunto al 90’. Totti sbaglia un rigore

da Roma
Per una sera l’Olimpico sembra essere l’arena degli anziani del pallone: uno, Delvecchio, ex uomo derby dei giallorossi; l’altro, Pagliuca, è un veterano della serie A. L’attaccante, ancora nei cuori dei tifosi giallorossi come dimostra la standing ovation tributatagli all’uscita, segna un gol proprio sotto la sud e come gesto di rispetto non esulta. Il portiere, che il 18 dicembre compirà 40 anni, si è rimesso in gioco nella porta di una provinciale e compie veri miracoli. Grazie a loro l’Ascoli riesce a sfiorare un successo (sarebbe stato il primo stagionale ma anche il primo contro la Roma), in verità un pari che lo stesso salva la pericolante panchina di Tesser. Illusione perché in questa Roma frenetica e arruffona di questo periodo ci mette una pezza Mexes. Il francese, al rientro dopo un inizio condito da infortuni, è protagonista della serata almeno quanto i vecchietti ascolani: prima in negativo quando si fa anticipare da Delvecchio e Bjelanovic sui due gol, poi in positivo trovando il guizzo al 90’ sulla respinta del maestoso Pagliuca e salvando i giallorossi da un ko che avrebbe aperto processi a iosa.
Il dato certo è una Roma ridimensionata nelle ambizioni: altro che speranze di scudetto, come affermato da Francesco Totti (pure generoso ieri sera, nonostante il rigore sbagliato). Spalletti, che ci vede lungo, aveva subito frenato gli entusiasmi, chiedendo allo stesso capitano un impegno pari alle ambizioni dichiarate. Altro dato inconfutabile sono i due punti in tre partite (con due turni casalinghi) e un’involuzione che non può essere più spiegabile solo con gli infortuni a catena (ora manca solo Mancini). L’atteggiamento a due punte non pare adatto, anche perché Montella non ha più lo smalto di inizio stagione, mentre Vucinic è ancora in rodaggio. E la rinuncia al ritiro (che non è la causa dei due pari) sembra un boomerang. Rosella Sensi, contraria alla decisione del tecnico, farà bene a convincere Spalletti a ripensarci. È nera: «I giocatori dovrebbero dare l’anima e impegnarsi di più: devono vergognarsi».
Copione simile a domenica scorsa: la Roma concede un tempo all’Ascoli. Tesser, orfano di Boudianski, disegna un 4-5-1 con Perrulli che spesso gioca però alle spalle di Delvecchio, che mette in crisi i giallorossi. Sembra una Roma svuotata e senza idee, quello che forse l’Ascoli non si aspettava. Così nei primi 45 minuti la Roma è frenetica e arruffona negli attacchi, si concede una sola rabbiosa fiammata tra il 36’ e il 38’ quando Pagliuca è chiamato a tre miracoli consecutivi su Pizarro, De Rossi e Montella. Ma soprattutto commette l’ennesimo pasticcio difensivo: sul cross di Paolo Zanetti, si ostacolano Ferrari e Taddei consentendo a Delvecchio (70° gol in A) di segnare. Il replay crea qualche dubbio sulla posizione dell’attaccante al momento del gol, ma la retroguardia giallorossa si rivela completamente in bambola.
È più la forza della disperazione a spingere la Roma nel secondo tempo, che inizia con la bomba di Totti su punizione che ristabilisce la parità e si guadagna l’applauso di Spalletti in panchina. Ma è una sfuriata temporanea, il cambio Bjelanovic-Delvecchio si rivela azzeccato visto che il croato segna il 2-1 ancora di testa.

La Roma stenta a reagire, riceve un regalo dall’arbitro Rocchi con un rigore molto dubbio che Totti però si fa parare, e la sfuriata degli ultimi cinque minuti produce l’importante rete di Mexes, dopo che Pagliuca aveva ribattuto un’altra cannonata di Totti. Troppo poco però per pensare in grande.

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