Roma, l’Europa non fa per te. Meglio l’America

LondraLa caduta europea della Roma è fragorosa, chiaro messaggio di una crisi senza fine, e lascia il segno come evidenziano i sonori fischi della Sud. La prima e più evidente conseguenza della serata è il capolinea dell'avventura stagionale in Champions, la più scontata dovrebbe essere il ritiro anticipato in vista della trasferta di Genova, quella più dolorosa il sempre più possibile divorzio da Claudio Ranieri. La debâcle dell'Olimpico rischia di segnare il punto di non ritorno del rapporto tra squadra, dirigenza e tecnico, che non pare più capace di gestire il gruppo né di dargli un'identità e un gioco. Per non parlare di alcune scelte discutibili, l'ultima l'esclusione tra i titolari di Borriello, cannoniere romanista in Champions con 4 reti. Ed eloquente è il commento "rubato" dalle telecamere all'attaccante in panchina: «Mi fa stare fuori, a me che ho fatto 25mila gol», la frase pronunciata con aria seccata dal bomber messo in campo solo a metà del secondo tempo, quando la frittata è ormai fatta.
Così il messaggio consegnato agli americani (ormai a un passo dall'essere i successori dei Sensi) è quello di una Roma malata e alla ricerca di cure. La versione Champions è, se possibile, più brutta di quella del campionato. Squadra a disagio contro uno Shakhtar di buon livello tecnico (ottima la mediana tutta di marca brasileira) e tecnicamente organizzata. Eppure, pur senza acuti di spessore, i primi 25 minuti romanisti paiono promettenti e forse i migliori stagionali: Vucinic arriva vicino al gol, Perrotta lo trova di testa su invito di Taddei e il "gentile" tocco di Rat. Ma il vantaggio dura 70 secondi, il tempo concesso agli ucraini per organizzare un’azione in velocità (inspiegabile il buco di Cassetti a destra) e impattare il match con il tiro di Jadson "sporcato" da De Rossi che mette fuori causa Doni.
I giallorossi si sciolgono, segue così un finale di prima frazione da incubo: la squadra di Lucescu mette la freccia e sorpassa con la prodezza di Douglas Costa, poi sfrutta l'erroraccio di Riise - chiederà il cambio per frustrazione nell'intervallo - che manda in gol Luiz Adriano. Il tutto mentre in curva Nord compare un eloquente striscione ("Indegni, fuori le p...").


Nella ripresa, mentre lo Shakhtar cerca di addormentare il gioco con un fraseggio corto, la Roma si butta all'attacco più con la forza dei nervi, Menez sforna un gol che è un capolavoro di classe e caparbietà, poi Pyatov blinda la porta con due interventi. Ora serve l'impresa di fare due gol al fortino della Donbass Arena l'8 marzo prossimo. Quasi impossibile per la Roma attuale che sarà pure orfana di Menez, squalificato.

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