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«Roma laboratorio economico»

Il presidente Abete: «Ma gli enti locali sono ancora troppo presenti» Veltroni: «Dopo le elezioni poteri speciali per la capitale» E Gasbarra propone il «Patto di Natale»

Stefania Scarpa

«Roma è un laboratorio positivo». Parola di Luigi Abete, presidente dell’Unione industriali di Roma, che ieri, nel corso dell’assemblea generale all’auditorium della Tecnica, ha indicato la capitale come un luogo in cui «una pluralità di eventi sta producendo effetti in termini di politica economica e di politica di sviluppo, migliori rispetto alla media del Paese». Certo, non sono solo rose, ci sono anche spine, perché «Roma non ha risolto i problemi, e li risolverà solo se li risolve tutta l’Italia». Ricordando l’assemblea dello scorso anno, Abete ha sottolineato che nel 2004 fu indicato che «Roma doveva avere due nuove direttrici di potenziale: le medie imprese internazionalizzate e innovative e l’industria del tempo libero. I dati di quest’anno dimostrano abbastanza chiaramente che alcuni di questi processi a Roma si stanno mettendo in moto per la responsabilità delle istituzioni, per il buon rapporto che esiste tra la società civile e le istituzioni medesime, perché Roma, tra le aree metropolitane previste dalla normativa degli anni ’90, è la vera area universale potenziale del nostro Paese». Per il presidente dell’Unione degli Industriali, però, «se vogliamo far diventare questo un laboratorio effettivo per la società italiana, dobbiamo mettere a sistema le intuizioni e i risultati rilevanti che abbiamo raggiunto in questi ultimi anni». Per Abete, Comune, Provincia e Regione devono approfondire il tema «della riduzione della presenza degli enti locali nell’economia», semplificare le strutture di indirizzo nelle quali sono presenti le agenzie o le società di promozione e assumere una forte «responsabilità comune sia per la costruzione che per la gestione delle infrastrutture di mobilità».
E se il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, nel suo indirizzo di saluto, ha sottolineato come «dal Governo non è mancato il sostegno all’economia di Roma né mancherà neanche nel futuro», il sindaco Walter Veltroni ha approfittato della platea eccellente per lanciare qualche «ultimatum»: sui campus universitari da realizzare («mi auguro che entro febbraio l’Inail dia una risposta positiva»); sul sistema aeroportuale da rafforzare («non si può pensare che Roma non abbia dei collegamenti transoceanici. Se Alitalia non è in grado di garantirli deve però consentire ad altri di farlo»); su Roma Capitale («finite le elezioni, gli schieramenti dovranno ritrovarsi uniti, riconoscere lo status di Roma Capitale e darle quei poteri e le risorse che merita poiché ha sempre fatto fare bella figura al Paese»); sui trasporti privati da disincentivare («il Paese deve decidere, se stare nel protocollo di Kyoto, se scegliere il trasporto pubblico come alternativa alle auto»); e sulle Olimpiadi 2016 («sulla candidatura di Roma deve esserci la convergenza dell’intero Paese altrimenti Roma appoggerà qualsiasi altra candidatura sia espressione della volontà del Paese»).


All’assemblea era presente anche il presidente della Provincia Enrico Gasbarra, che ha sottoposto a istituzioni locali e mondo imprenditoriale un «Patto di Natale» che preveda la semplificazione delle procedure, una grande stagione delle infrastrutture, la promozione dell’industria del turismo anche grazie all’istituzione di un ministero ad hoc, la definizione dei poteri speciali per Roma e la facilitazione per l’accesso al credito. «L’area romana sta crescendo con le sue forze - ha spiegato Gasbarra - e deve essere da traino a tutto il sistema Paese per evitare le ripercussioni negative derivanti da un ulteriore rallentamento del Paese».

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