Roma-Napoli solo per abbonati Così si salva l’incasso del derby

da Roma

Il derby del Sud sarà riservato ai 27.313 abbonati della Roma. Il prefetto della capitale, Carlo Mosca, ha ufficializzato una decisione che era nell’aria. Passa così la linea di Trigoria e dell’amministratore delegato Rosella Sensi che non aveva espresso alcuna posizione ufficiale, ma alcune sue dichiarazioni avevano fatto capire chiaramente che la soluzione di un Roma-Napoli riservato ai «fedelissimi» giallorossi fosse quella preferita. Per salvare l’incasso del derby, naturalmente.
Sia la Prefettura, sia la Questura conoscevano il pensiero della Sensi già da un paio di settimane: l’Olimpico è diffidato e la prossima partita in casa (mercoledì 31 ottobre, per di più in notturna) sarà la stracittadina con la Lazio. Dunque, la Roma non voleva rischiare di giocare il derby senza tifosi o con un settore squalificato, come accadrà per l’Inter (il club nerazzurro sta però preparando ricorso contro la sentenza). E anche se il prefetto avesse seguito le indicazioni dell’Osservatorio del Viminale - chiusura del settore ospiti con vendita singola dei tagliandi solo a Roma e provincia - la società non avrebbe comunque messo a disposizione alcun biglietto. Decisione che i club possono autonomamente assumere, pur con una perdita finanziaria enorme (in questo caso circa novecentomila euro). «La signora Sensi con grande senso di responsabilità ha espresso fiducia sulla nostra decisione - ha sottolineato il prefetto Mosca -. Nessuna contraddizione con l’Osservatorio, loro valutano le questioni e i fatti sportivi, io valuto anche la realtà territoriale. Ci sono arrivate informative non solo dalla Digos di Napoli, ma anche dai Carabinieri e da strutture operative che agiscono su Roma a proposito di manifestate intenzioni da parte di frange di tifosi a scontrarsi e a provocare incidenti, soprattutto nei pressi dello stadio e fuori. E il riferimento allo svolgimento di altre manifestazioni nello stesso giorno (vedi quella indetta dalla sinistra radicale, ndr), con lo scopo di tutelare al massimo la pacifica convivenza civile, ci ha portato a questa decisione. Per non parlare del fenomeno (nonostante le misure del decreto Pisanu, ndr) dei parcheggiatori e dei bagarini, quasi tutti napoletani».
Il prefetto Mosca assicura che l’ipotesi delle porte chiuse non è mai stata presa in considerazione. Rosella Sensi aveva fatto notare che una decisione più drastica di quella assunta non avrebbe comunque evitato disordini, magari per la presenza fuori dallo stadio di tifosi romanisti e napoletani. Ma il «precedente» Roma rischia di allargare il corto circuito, che sta minando il processo di lento ritorno alla normalità dopo la tragedia di Catania, riportando all’esclusivo rapporto club-prefetto la risoluzione del problema dell’ordine pubblico. Lunedì scorso Matarrese aveva «bacchettato» Rosella Sensi («le battaglie si fanno tutti insieme», il suo monito). Dopo una telefonata chiarificatrice nella quale si è convenuto sull’identità di vedute, ieri i due non si sono incontrati personalmente nell’assemblea di Milano sui diritti tv (Rosella Sensi era collegata in videoconferenza). Matarrese chiederà di incontrare, insieme a tutte le componenti, il capo della polizia, Manganelli, per fare il punto della situazione.

Tanto più che oggi l’Osservatorio potrebbe operare altre limitazioni, ad esempio su Napoli-Juventus del 27 ottobre, per la quale sembrano quasi certi il divieto di vendita cumulativa di biglietti e l’invio di tagliandi a Torino. La Lega calcio si lamenta per l’eccesso di partite col «rischio 4», ma soprattutto la varietà delle decisioni.

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