Debole e sfacciatamente fortunato questo Livorno, immagine del calcio italiano di oggi e di un campionato sparagnino dove ad eccezione di due-tre squadre al calcio si gioca poco e male. E spesso si riesce anche a non perdere. Così il beffardo, incredibile 1-1 di Roma-Livorno, firmato nella ripresa da Vucinic e Diamanti (ma i giallorossi dovranno curare la cronica sterilità in attacco che ne limita il valore) non rispecchia una partita dominata dallinizio alle fine con un possesso palla del 68 per cento. Tutto drammaticamente inutile.
Spalletti deve far fronte ai due punti persi, a uno scudetto ormai chimera e allennesimo infortunio rimediato da Francesco Totti: «Che dire, abbiamo concesso pochissimo al Livorno che è rimasto rintanato nella sua area per tutta la partita. Se ogni tanto non gira la fortuna è difficile raggiungere certi obiettivi». La delusione è totale e si legge in faccia. Come a De Rossi rimasto tre minuti sul campo dopo il fischio finale. «La squadra sapeva cosa si giocava - aggiunge il tecnico - ha dato tutto quello che aveva in corpo, cè tanto rammarico, che dire di più...». Spalletti stavolta parlerebbe volentieri di sfiga: «Il pareggio ci poteva anche stare ma non certo con queste modalità». Certo, rimane la solita sufficienza della Roma contro le piccole, in pratica il punto debole della squadra: «Siamo andati in vantaggio meritatamente - chiude Spalletti - dopo aver subito il pareggio abbiamo avuto almeno quattro palle gol. Purtroppo non siamo stati cattivi abbastanza».
Per quanto riguarda Totti, il capitano ieri si è sottoposto a una risonanza magnetica; si parla di un trauma distorsivo al ginocchio con interessamento del legamento crociato anteriore.
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