Roma piange il suo Raimondo, capitolino cinico

È stato ricordato in apertura del consiglio comunale con un sentito applauso Raimondo Vianello, scomparso all’età di 87 anni. Vianello era romano di nascita, anche se con la capitale ha poi sempre avuto un rapporto controverso, e ieri in tanti a Roma hanno voluto ricordarlo. A partire dal sindaco Gianni Alemanno, che anzi ha espresso un piccolo rammarico: «Avremmo voluto allestire la camera ardente per Raimondo Vianello in Campidoglio ma sembra ci siano state difficoltà». Il sindaco lo ricorda come «un grande attore del nostro Paese, uno che, un po’ come Alberto Sordi, ha raccontato la storia italiana con la sua comicità, con le sue intuizioni sempre cariche di una grande cultura e di un grande valore umano». Anche il presidente della Provincia Nicola Zingaretti ha voluto omaggiare «uno dei personaggi più ironici e carismatici del nostro tempo, un maestro di humour che ha fatto la storia del teatro, del cinema e della televisione italiana». Sottolinea la romanità di Vianello Umberto Croppi, assessore alla Cultura del Comune di Roma, secondo il quale «dalla sua città Raimondo Vianello aveva appreso un certo inconfondibile umorismo, cinico fino al paradosso, indifferente al sentimento altrui. Era naturalmente, la sua, una recita, un’interpretazione del mondo che ce lo ha fatto amare con sincerità».

«Con ironia e compostezza Vianello è stato per più di cinquant’anni maestro di comicità senza eccessi - ricorda la presidente della Regione Lazio Renata Polverini -. Un artista dalle mille doti e sfaccettature, di grande successo a teatro come sul grande schermo, che ha offerto il dono di un’allegria sana e pulita ad un pubblico vasto e ammirato».

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