Roma, poche luci e tante ombre De Rossi leader

Una stagione deludente. Tra infortuni e caos, tutti gli obiettivi falliti con largo anticipo: alla fine un sesto posto che esclude i giallorossi dall’Europa che conta. Resta solo la supremazia cittadina, ma che tristezza.
PROMOSSI. De Rossi. Il leader di una squadra che a lungo ha fatto a meno del suo condottiero naturale Totti. In alcune partite (come al Meazza contro l’Inter) irresistibile.
Totti. Segnare 13 gol in una stagione così vale quasi come una Scarpa d’Oro.
Brighi. Finalmente titolare fisso, la sua esplosione autunnale corrisponde con la rinascita della squadra, ed è tutto dire. Appannamento perdonabile a fine stagione.
Riise. Il migliore dei nuovi, dopo un’inizio così così prende confidenza e macina chilometri sulle fasce. L’anno prossimo (se resterà) potrebbe essere molto utile.
Motta. Anche lui bella sorpresa, anche se nel finale si spegne. Stanco per avere giocato troppo dopo i forzati ozi udinesi?
RIMANDATI. Mexes. Tra i migliori difensori del campionato, di certo il più isterico. L’adorazione della tifoseria, che pretende da lui sempre un piglio gladiatorio, non può diventare l’alibi per rossi a ripetizione.
Juan. Eroico con l’Arsenal, per il resto della stagione si trascina tra malanni ed errori non da lui. Resterà (ottima notizia).
Vucinic. Croce e delizia dei tifosi, che adorano le sue giornate arrembanti e detestano quei momenti in cui ciondola per il campo. Comunque va in doppia cifra.
Julio Baptista. Altro bifronte: a volte paracarro incapace di uno stop, altre in odore di campione. Non segna molto ma fa gol pesanti. Ma sarà ricordato - ahilui - soprattutto per quel gol fallito con l’Arsenal.
Doni. Un terzo della stagione la gioca da sano, un altro la gioca da infermo, l’ultimo lo salta. Spesso insicuro, ma c’è da capirlo.
Cicinho. Al passivo l’incredibile autogol di Bologna. All’attivo una buona crescita a metà stagione che viene interrotta da un brutto infortunio. Si rifarà.
Filipe. Gioca poco, ma è all’altezza.
Montella. Quando viene chiamato in causa mostra un’ammirevole voglia.
BOCCIATI. Panucci. Lo frega il 7 in condotta. A Napoli litiga con Spalletti e finisce fuori rosa per un paio di mesi, venendo a mancare nel momento decisivo della stagione.
Perrotta. Addio ai suoi proverbiali arrembaggi, vive una stagione di sofferenza e involuzione, risvegliandosi solo nel finale.
Taddei. Come sopra, ma senza lieto fine.
Aquilani. Tra infortuni e incomprensioni un anno da «chi l’ha visto».
Menez. I numeri ce li ha, ma li mostra con estrema svogliatezza. Si risveglia nel finale, ma ciò aumenta la rabbia.
Cassetti. Tanti infortuni, ma quando gioca ci mette del suo. A Firenze e Cagliari è inguardabile.
Tonetto. Anche lui pesantemente condizionato dagli infortuni. Ha la sventura di calciare quel rigore contro l’Arsenal...
Artur. Figurante promosso a protagonista, fa qualche bella parata ma non dà mai impressione di sicurezza. La Roma ha bisogno di un vice-Doni più affidabile.
Diamoutene.

Spalletti acconsente al suo acquisto, ma sembra non crederci mai.
Loria. A un certo punto si trasforma nel parafulmine di tutti i disastri e fa quasi tenerezza. Non ne imbrocca una ma è anche sfortunato. Per dire: segna un gol alla Juve, ma la Roma ne imbarca quattro...AnCu

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica