Nel corto circuito in cui è entrata la Roma, si è inserita laggressione di alcuni teppisti allauto di Jeremy Menez dopo la partita di Coppa Italia. Lultimo scempio di una stagione che ha saturato lambiente di insoddisfazione e rabbia. E che lascia riflettere su come il calcio nella Capitale sia ormai vissuto a livelli di esasperazione massima. «È una città di pazzi, come si fa a vivere qui?», avrebbe dichiarato il calciatore francese, che ripensa ai sassi piombati nella notte sulla sua Smart e sta rinvigorendo i suoi già saldi propositi di divorzio dal club giallorosso. Non certo un bel messaggio a chi (DiBenedetto e i soci della cordata Usa) si appresta a iniziare lavventura alla guida del club di Trigoria.
«Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto al ragazzo, non è una bella immagine per i tifosi della Roma, che non sono certo questi», il commento di Vincenzo Montella che ha espresso la vicinanza di tutta la squadra al calciatore. Ieri Menez si è allenato al meglio, sotto gli occhi vigili del tecnico e del dirigente Montali. Oggi sarà in campo contro il Chievo, squadra alla quale segnò il suo primo gol in serie A nel 2008. Ma la sua involuzione, le incomprensioni con il tecnico e i fischi del pubblico giallorosso, oltre allaggressione di martedì, gli hanno fatto perdere da tempo il sorriso.
E di fronte a un rischio tracollo in un finale di stagione, ieri Montella ha tirato in ballo anche il comodo alibi societario, del quale anche la squadra si è fatta scudo nellultimo periodo. «Se mi sento un uomo solo in questa fase di transizione societaria? La prima cosa che insegnano a Coverciano è che lallenatore è solo - la risposta dellex Aeroplanino -. Questo non toglie che abbia persone vicine.
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