Gianni Pennacchi
da Roma
Chi è «er piacione» vero, quello al quadrato e insuperabile che strappandosi la camicia per mostrare la S sulla tuta rossa attira applausi da tutti, destra e sinistra, nonostante il doppio mento e la pancetta? Addio Francesco Rutelli, Ualter Veltroni ne ha offuscato la memoria nella città eterna, trovando la sua Africa a Centocelle e San Basilio, nella periferia romana. «È stato il coronamento di cinque anni di lavoro meravigliosi», ha detto il sindaco bis lasciando ieri pomeriggio il Gemelli dopo lintervento al calcolo renale, «il risultato è straordinario, fortemente concentrato nei grandi quartieri popolari». Probabilmente aveva ancora il catetere, era alquanto pallido e un po sfatto, ma ebbro di cifre ha preso a snocciolare «incrementi anche del 17 e del 18%, i più alti, tutti concentrati nei quartieri di periferia. Ed è proprio lì, in quelle zone periferiche, che alle elezioni regionali del 2000 si era al meno 7%». Stasera, alla festa dellUlivo a Campo de Fiori, il sindaco si sarà ripreso totalmente. Ma non è atteso Rutelli, a festeggiarlo. Mentre Massimo Pineschi, presidente del parlamentino laziale, saluta la vittoria di Veltroni come «nuovo e forte impulso» alla costruzione del Partito democratico.
Ha fatto cifre e risultati da capogiro Veltroni, superando il confronto col suo predecessore e concorrente nella futuribile guida del centrosinistra. Impartendo una bruciante lezione al centrodestra, che una disfatta di tal proporzioni a Roma non laveva mai nemmeno immaginata. Non è «fascia» per definizione e da sempre, la caput mundi? Infatti An in questa prova raccoglie quasi il 20%, 19,46 per lesattezza, ed è il secondo partito solo perché Quercia e Margherita han corso insieme (33,84%) nellUlivo per Veltroni. Ma Forza Italia è crollata paurosamente, dal 18 di cinque anni fa e dal 20% delle politiche di aprile, ha rastrellato un misero 10,12%. È vero, la percentuale dei votanti è stata bassa, 65,6%. Vuol dire che 800mila romani pur solerti un mese fa, han disertato le urne: ma era forse Veltroni a opporsi allelection day? Tantè che Francesco Giro, forzista di acume, dice che «i vincitori sono Veltroni e Berlusconi». Nel senso che se il leader della Cdl non si espone combattendo indefesso in prima linea, il suo partito perde metà del bottino.
Vi sembrano pochi, 24 punti percentuali di distanza dallavversario? Veltroni ha toccato il 61,4%, e se un cruccio lo arrovella non riguarda certo Rutelli ma Sergio Chiamparino che a Torino ha fatto meglio di lui, volando oltre il 66%. Però il supersindaco di Roma ha rastrellato 120mila voti più della prima volta nel 2001. E se le millanta liste che lo sostenevano totalizzano 800mila voti, lui ne ha avuti invece 925mila, 125mila in più. Vuol dire che almeno sui sette colli e suburre varie, Veltroni piace più del centrosinistra. Lo dimostrano i risultati dei 19 municipi, dove lUnione guidata da Veltroni ha fatto quasi cappotto conquistandone 18: e pure nellunico dove il centrodestra ha retto, Veltroni ha superato Alemanno.
Se non cè len plein nei municipi, è perché in quello di Cassia, Flaminia, Olgiata - il collegio di Cesare Previti, tra laltro - ha retto il presidente uscente, il segretario romano dellUdc Massimiliano Fasoli, amico di Mario Baccini. Ma volete sapere perché la Cdl ha perso 6 minisindaci, compresi quelli di quartieri super bene come i Parioli e la Balduina? Grazie ancora a un postdemocristiano, anchegli «radicato nel territorio» come suol dirsi, che lanno scorso Forza Italia non ha saputo conservare ed è passato allUdeur di Clemente Mastella. Sì, Marco Verzaschi neo sottosegretario alla Difesa, che ha dato vita alla lista «Moderati per Veltroni». Credevate che fosse la lista di Alberto Michelini? Il microfono del papa non è stato nemmeno eletto, cera Verzaschi a dragar le parrocchie per fare il 4,39%, eleggere due consiglieri comunali e piazzarne due in ogni municipio. In barba a Forza Italia, partita nel 2001 con 11 consiglieri in Campidoglio e ritrovarsene infine solo 5. Ovvio che Verzaschi fili perfettamente con Veltroni, che è riuscito a mettere insieme ambienti lontanissimi tra loro.
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