Roma, il successo di Veltroni ha fatto scappare Rutelli

Il sindaco riconfermato con il 61,4%: «Votato in massa nei quartieri popolari». E il segretario della Margherita non parteciperà alle celebrazioni di oggi

Gianni Pennacchi

da Roma

Chi è «er piacione» vero, quello al quadrato e insuperabile che strappandosi la camicia per mostrare la S sulla tuta rossa attira applausi da tutti, destra e sinistra, nonostante il doppio mento e la pancetta? Addio Francesco Rutelli, Ualter Veltroni ne ha offuscato la memoria nella città eterna, trovando la sua Africa a Centocelle e San Basilio, nella periferia romana. «È stato il coronamento di cinque anni di lavoro meravigliosi», ha detto il sindaco bis lasciando ieri pomeriggio il Gemelli dopo l’intervento al calcolo renale, «il risultato è straordinario, fortemente concentrato nei grandi quartieri popolari». Probabilmente aveva ancora il catetere, era alquanto pallido e un po’ sfatto, ma ebbro di cifre ha preso a snocciolare «incrementi anche del 17 e del 18%, i più alti, tutti concentrati nei quartieri di periferia. Ed è proprio lì, in quelle zone periferiche, che alle elezioni regionali del 2000 si era al meno 7%». Stasera, alla festa dell’Ulivo a Campo de’ Fiori, il sindaco si sarà ripreso totalmente. Ma non è atteso Rutelli, a festeggiarlo. Mentre Massimo Pineschi, presidente del parlamentino laziale, saluta la vittoria di Veltroni come «nuovo e forte impulso» alla costruzione del Partito democratico.
Ha fatto cifre e risultati da capogiro Veltroni, superando il confronto col suo predecessore e concorrente nella futuribile guida del centrosinistra. Impartendo una bruciante lezione al centrodestra, che una disfatta di tal proporzioni a Roma non l’aveva mai nemmeno immaginata. Non è «fascia» per definizione e da sempre, la caput mundi? Infatti An in questa prova raccoglie quasi il 20%, 19,46 per l’esattezza, ed è il secondo partito solo perché Quercia e Margherita han corso insieme (33,84%) nell’Ulivo per Veltroni. Ma Forza Italia è crollata paurosamente, dal 18 di cinque anni fa e dal 20% delle politiche di aprile, ha rastrellato un misero 10,12%. È vero, la percentuale dei votanti è stata bassa, 65,6%. Vuol dire che 800mila romani pur solerti un mese fa, han disertato le urne: ma era forse Veltroni a opporsi all’election day? Tant’è che Francesco Giro, forzista di acume, dice che «i vincitori sono Veltroni e Berlusconi». Nel senso che se il leader della Cdl non si espone combattendo indefesso in prima linea, il suo partito perde metà del bottino.
Vi sembrano pochi, 24 punti percentuali di distanza dall’avversario? Veltroni ha toccato il 61,4%, e se un cruccio lo arrovella non riguarda certo Rutelli ma Sergio Chiamparino che a Torino ha fatto meglio di lui, volando oltre il 66%. Però il supersindaco di Roma ha rastrellato 120mila voti più della prima volta nel 2001. E se le millanta liste che lo sostenevano totalizzano 800mila voti, lui ne ha avuti invece 925mila, 125mila in più. Vuol dire che almeno sui sette colli e suburre varie, Veltroni piace più del centrosinistra. Lo dimostrano i risultati dei 19 municipi, dove l’Unione guidata da Veltroni ha fatto quasi cappotto conquistandone 18: e pure nell’unico dove il centrodestra ha retto, Veltroni ha superato Alemanno.
Se non c’è l’en plein nei municipi, è perché in quello di Cassia, Flaminia, Olgiata - il collegio di Cesare Previti, tra l’altro - ha retto il presidente uscente, il segretario romano dell’Udc Massimiliano Fasoli, amico di Mario Baccini. Ma volete sapere perché la Cdl ha perso 6 minisindaci, compresi quelli di quartieri super bene come i Parioli e la Balduina? Grazie ancora a un postdemocristiano, anch’egli «radicato nel territorio» come suol dirsi, che l’anno scorso Forza Italia non ha saputo conservare ed è passato all’Udeur di Clemente Mastella. Sì, Marco Verzaschi neo sottosegretario alla Difesa, che ha dato vita alla lista «Moderati per Veltroni». Credevate che fosse la lista di Alberto Michelini? Il microfono del papa non è stato nemmeno eletto, c’era Verzaschi a dragar le parrocchie per fare il 4,39%, eleggere due consiglieri comunali e piazzarne due in ogni municipio. In barba a Forza Italia, partita nel 2001 con 11 consiglieri in Campidoglio e ritrovarsene infine solo 5. Ovvio che Verzaschi fili perfettamente con Veltroni, che è riuscito a mettere insieme ambienti lontanissimi tra loro.

S’è portato dietro Olimpia Tarzia, antiabortista di ferro ed ex assessora di Francesco Storace, la Rosa nel Pugno e persino Nunzio D’Erme, ingombrante pure per Rifondazione. Col fortunato risultato che D’Erme ora non è stato rieletto. E se la fortuna s’aggiunge all’abilità, chi fermerà l’ascesa di Veltroni? Se non ci si rimette di mezzo D’Alema...

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