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Roma, svastiche e insulti sui muri del ghetto

La procura di Roma apre un’inchiesta: i vandali forse ripresi dalle telecamere

da Roma

Svastiche, croci celtiche e saluti nazisti conditi pure da errori: «Sigh heil» invece di «Sieg heil». Una croce uncinata imbratta un citofono, il saluto nazista invece sfregia un muro scrostato e la scritta Digos boia, accompagnata da una croce celtica, si legge sotto i panni stesi al primo piano della palazzina quasi fossero il sipario di una tragica messa in scena. Tutte le scritte portano la stessa firma: vernice azzurra o bianca.
Non è la prima volta e non sarà l’ultima che i muri di Roma vengono deturpati dalle svastiche. Ma questa è la prima occasione in cui i vandali hanno colpito nel cuore del ghetto. Oltretutto in una zona presidiatissima dalle forze di polizia, praticamente accanto alla grande sinagoga in via Portico d’Ottavia. In più va ricordato che era una notte di festa per Roma e per gli italiani, con tutti gli azzurri vincitori del Mondiale riuniti al Circo Massimo a ricevere l’omaggio dei tifosi. Migliaia di persone hanno circolato per le strade di Roma fino alle prime luci del mattino. E tra i tanti che hanno festeggiato in modo civile, un milione di persone, un unico gruppetto di teppisti ha regalato un brutto risveglio alla comunità ebraica e anche a tutti gli italiani.
Sono passati davanti al ristorante, la Taverna del ghetto, e al Caffè del portico. Hanno attraversato le viuzze strette e con la vernice azzurra si sono sbizzarriti con tutto il repertorio a loro disposizione: scritte antisemite e anche contro la polizia e le forze dell’ordine. Una in particolare contro il prefetto di Roma Achille Serra. Svastiche e croci celtiche sui muri, sulle porte, persino su una cassetta della posta e poi ancora sui furgoni e sulle auto parcheggiate. «Sono disgustato di fronte a questo episodio. Una festa straordinaria come quella del Circo Massimo non può essere macchiata da quattro criminali imbecilli», commenta il prefetto Serra che ovviamente esprime tutta la sua solidarietà alla comunità ebraica. E proprio per ieri mattina, coincidenza imprevista, era già stata fissata la visita del ministro dell’Interno, Giuliano Amato, alla sinagoga. Durissima la reazione del titolare del Viminale di fronte all’atto teppistico. «Mi vergogno da italiano che da ministro dell’Interno mi debba preoccupare di queste cose» ha detto Amato. «Basta una notte di festeggiamenti per la Nazionale che ha vinto i Mondiali perché qualche imbecille arrivi nel ghetto e scriva cose inammissibili».
La procura di Roma oggi stesso aprirà un fascicolo processuale per individuare i vandali. Il capo d’accusa risale alla legge Mancino del ’93 che prevede pesanti sanzioni per atti di discriminazione e di odio razziale.

Le indagini affidate alla Digos si basano anche sulle immagini registrate dalle telecamere puntate sulla strada che potrebbero aver ripreso i colpevoli.

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