Cronaca locale

Allarme monnezza, tra promozioni mancanza di personale e pochi cassonetti

L'emergenza rifiuti a Roma continua a peggiorare. Ama farà visite di controllo e chi sarà idoneo verrà mandato a spazzare le strade o a guidare i camion

Allarme monnezza, tra promozioni mancanza di personale e pochi cassonetti

L’emergenza rifiuti o allarme monnezza, come la si vuole chiamare, a Roma non migliora anzi, se possibile, continua a peggiorare giorno dopo giorno. Le promesse del Campidoglio sono lontane dall'essere mantenute. Anche l’annuncio da parte del sindaco di realizzare un termovalorizzatore entro il 2026 sembrerebbe, al momento, campato in aria. Senza contare le migliaia di pellegrini che arriveranno a Roma nel 2025 in occasione del Giubileo, con tutte le conseguenze del caso. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tempo, il primo problema, per la realizzazione dell'impianto, sarebbe riconducibile al luogo dove dovrebbe sorgere, ovvero il terreno comunale di Santa Palomba, che non sarebbe sufficientemente grande.

I problemi di Roma in fatto di rifiuti

Questo inconveniente sarebbe emerso durante un sopralluogo tecnico avvenuto nei giorni scorsi. In seguito a ciò, il capogruppo della Lista Calenda, Flavia De Gregorio, ha richiesto di accedere agli atti. “La situazione dei rifiuti è evidentemente fuori controllo. Guasti nascosti, aree non adeguate per termovalorizzatori, premi a dipendenti Ama per non si sa quale servizio. È necessaria delega particolare ai rifiuti. Subito”, ha sentenziato. E naturalmente la De Gregorio ha avuto subito l’appoggio dei 5 stelle, che si sono da sempre detti contrari al termovalorizzatore. I consiglieri M5S, M5S Daniele Diaco e della Civica Raggi, Antonio De Santis, hanno commentato: “Gualtieri e i suoi si incartano da soli: proclamano in pompa magna la realizzazione dell'impianto, precisano che andranno avanti a prescindere dalle argomentazioni a sfavore dell'ecomostro e indicano in Santa Palomba l'area in cui realizzarlo, salvo poi essere contraddetti dai tecnici Ama che reputano la zona scelta non idonea”.

Ma di problemi in fatto di emergenza rifiuti la Capitale ne ha una infinità, a cominciare dal guasto all'impianto di Rocca Cencia, alla chiusura temporanea di 10 giorni di quello di Aprilia. A fronte di tutto questo i cittadini devono sborsare più di 200 milioni per vedere i loro rifiuti portati in altre regioni per essere smaltiti. Con una spesa del genere la Città Eterna dovrebbe brillare. E invece le strade sono zeppe di sacchetti della monnezza, cestini traboccanti e cassonetti, quei pochi rimasti, zeppi di pattume all’inverosimile.

Manca tutto, cassonetti e spazzini

Il prossimo 13 giugno ci sarà un incontro tra sindacati, Ama e l'assessore Alfonsi. Secondo le stime della Cgil mancherebbero circa 1500 dipendenti, e la colpa sarebbe della municipalizzata che fa fare il lavoro ad altri. L’ultimo bando di 288 milioni di euro riguarda la raccolta differenziata delle utenze non domestiche. Oltre alla mancanza di personale mancano anche i cassonetti, dopo che ne sono stati tolti a centinaia senza mettere in campo un piano che li rimpiazzasse. L’idea era quella di utilizzare una raccolta ‘porta a porta’ che avrebbe velocizzato il tutto. Ovviamente è andata male. Anche perché Ama in molte zone della città non effettua ritiri la domenica e festivi, e i rifiuti si accumulano. Proprio adesso che i turisti hanno ricominciato a visitare la Capitale d’Italia e i locali hanno ripreso a lavorare a pieno regime. Senza contare che molti dipendenti Ama, che prima scendevano in strada a raccogliere l’immondizia, adesso sono stati promossi.

Ecco come l'Ama vuol trovare 300 netturbini

La municipalizzata è pronta a trovare 300 netturbini tra coloro che attualmente lavorano dietro ad una scrivania o in una guardiania. Potrebbero essere mandati in strada a fare gli ispettori o a guidare i camion. Come scrive Il Messaggero l'obiettivo è ridurre i soggetti inidonei (ad andare su strada), che nell’azienda sono al momento 1.500. Attenzione, non si tratta di lavoratori "imboscati" o falsi invalidi, ma di persone a cui da diversi anni non è più stato valutato il livello di inidoneità, che in molti casi può essere temporaneo. Da almeno due anni non venivano più fatte visite di controllo, e ben 5mila erano in giacenza. Il ritorno delle commissioni mediche ha portato alla luce ben 300 dipendenti che possono essere impiegati in lavori maggiormente impegnativi, come spazzare le strade o guidare i camion.

Ma i controlli di Ama farebbero acqua da tutte le parti, anche sulla raccolta di bar e ristoranti. In una sola settimana Roma produce quasi 20mila tonnellate di rifiuti. Da lunedì prossimo scenderà in campo una cabina di regia coordinata dal capo di gabinetto del primo cittadino, Albino Ruberti, la stessa Ama e l'assessorato all'Ambiente, che avrà il compito di monitorare in tempo reale con i Municipi le attività di raccolta e di spazzamento, oltre alle disponibilità degli sbocchi. Per ora si sa che il 50% delle migliaia di tonnellate destinate a Rida andranno alla Saf, nel Frusinate, ma il restante 50% è ancora senza meta.

Per quanto riguarda le assunzioni, entro giugno dovrebbero arrivare 150 addetti, ma il Comune si sarebbe detto favorevole ad autorizzare l'ingresso di altri 400 lavoratori.

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