Una cattiva abitudine sanzionata dalle forze dell’ordine. Le ambulanze sfrecciavano sulle strade della capitale a sirene spiegate dribblando il traffico e bruciando i semafori. Poi, però, non si dirigevano a casa dei malati. Né tantomeno al pronto soccorso dell’ospedale più vicino. A tutta velocità il conducente si fermava di fronte a un bar, entrava e prendeva tranquillo un caffè.
Sono i carabinieri del Nas di Roma a svelare i comportamenti illeciti di un pugno di autisti, con equipaggio al seguito, che spesso utilizzavano con grande disinvoltura i dispositivi acustici e luminosi. Diciannove i mezzi fermati per i controlli, sedici quelli multati.
Un brutto vizio: utilizzavano le sirene d’ordinanza, come strumento per evitare le code, per esigenze personali. Sfrecciavano anche sulle corsie preferenziali nel cuore di Roma. Pure in questo caso l’utilizzo di questi tratti stradali non era giustificato da una reale necessità. Ma soltanto dall’esigenza di muoversi con maggiore rapidità sebbene in assenza di un’emergenza.
Un abuso, come scritto da Il Messaggero, non da poco se si considera che quelle corsie sono concepite per chi ha un’effettiva esigenza, come le forze dell’ordine. O altre ambulanze che, con un paziente a bordo, devono raggiungere il prima possibile l’ospedale. Tra i mezzi multati non vi è nessuna ambulanza dell’Ares 118 (agenzia regionale per l’emergenza sanitaria).
Delle sedici sanzionate, la maggior parte apparteneva a privati che, autorizzati dalla regione, possono trasportare dei pazienti non in gravi condizioni dall’ospedale al domicilio o
viceversa. Un mezzo, invece, è di un’azienda che lavora per conto dell’Ares. Le multe, a seconda dei vari profili di responsabilità, hanno comportato il ritiro della patente per il conducente e la confisca dell’ambulanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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