Uffici comunali bloccati perché i dipendenti non ci sono. Nell’era Raggi sono salite vertiginosamente le assenze per malattia degli impiegati capitolini, con la percentuale cresciuta del 31% dal 2015 ad oggi.
Secondo i dati pubblicati dal Messaggero, nell’ultimo anno il numero dei giorni di malattia è passato da 653.989 a 752.104. Quasi 32 giorni a dipendente, e dal computo, manco a dirlo, sono escluse le ferie e i permessi per altre motivazioni. Numeri che si traducono in un calo di produttività degli assunti del Comune di Roma, visto che spesso i certificati vengono presentati per un solo giorno, rallentando così il lavoro di uffici e dipartimenti.
Basti pensare che per rinnovare la carta d’identità nei municipi nella migliore delle ipotesi ci vogliono un paio di mesi. A risentire delle assenze sono anche le ville e i parchi pubblici, con erba alta e alberi caduti a fare da minimo comun denominatore, e i piccoli alunni delle scuole dell’infanzia che devono fare i conti con 200 insegnanti in meno.
Nel 2015 la giunta Marino aveva cercato di arginare il fenomeno legando il pagamento dei bonus in busta paga ai risultati raggiunti dai dipendenti. Ma l’idea dell’ex sindaco si era scontrata contro il muro dei dipendenti comunali che l’avevano respinta con un referendum.
Anche il protocollo d'intesa dello stesso anno tra Marino e l’allora capo dell'Inps, Tito Boeri, per effettuare controlli mirati sulle assenze del personale per malattia è finito nel dimenticatoio.Così la lotta dell’amministrazione ai furbetti, finora, ha dato risultati pressoché nulli. E quasi tutti continuano a restare a casa quasi due mesi l’anno.
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