Cronaca locale

"Non riusciamo più a controllare i campi rom", protesta la polizia

Un tempo gli agenti potevano entrare negli insediamenti ed effettuare dei controlli, ma la situazione sembra molto cambiata. Restano solo dei presidi statici davanti ai campi

"Non riusciamo più a controllare i campi rom", protesta la polizia

Una situazione ormai fuori controllo quella dei campi rom di Roma, con gli agenti di polizia costretti ormai a stanziare dinanzi agli insediamenti senza poter fare molto altro. Le zone occupate sono off limits, effettuare dei controlli è pressoché impossibile, e fra i vigili monta la protesta per questa situazione del tutto insostenibile.

"Facciamo soltanto dei presidi statici davanti ai campi rom, con una volante al loro ingresso, ma non c'è più nessun reale controllo negli insediamenti, come si faceva fino a qualche anno fa", spiegano a Il Messaggero. "E ora i campi sono sempre più off limits con quello che la cosa comporta in termini di ordine pubblico e sanitari".

Gli agenti del gruppo speciale Spe (Sicurezza pubblica ed emergenziale), fra le cui mansioni si trova anche l'attività di vigilanza sugli insediamenti rom, esprimono preoccupazione. Soltanto nel corso della giornata di ieri si sono tenute ben due assemblee, entrambe molto tese, organizzate dal sindacato Sulp, e fra i temi trattati c'è anche stato quello relativo alla riorganizzazione della polizia locale promossa dal comandante Ugo Angeloni.

Come sarà questa riorganizzazione? E quali saranno i futuri compiti di ciascuno? La situazione non è ancora chiara. Nella bozza che è stata mostrata ai sindacati, si fa menzione a un "reparto attività esterne", il quale dovrebbe forse essere assegnato a un altro gruppo speciale, il Gssu, ossia il gruppo di Sicurezza sociale urbana. Tutto, però, è ancora da definirsi.

Mentre ai vertici si continua a discutere, tuttavia, i problemi di ordine pubblico restano. In queste ultime ore, ad esempio, si è verificato un caso di furto che ha evidenziato tutte le lacune del sistema. Il Messaggero ha infatti riportato la storia di Luca Ioli, derubato di un Apple watch e di uno zainetto. Dopo aver individuato i ladri nel campo rom di via Candoni, Ioli si è sentito rispondere dalla polizia locale che non era possibile intervenire.

La spiegazione? La fornisce Marco Milani, a capo del Sulp della Capitale:"Fino a un paio di anni fa, e almeno ogni quindici giorni, gli uomini nello Spe entravano nei campi nomadi per controlli molto approfonditi. E una volta dentro, era anche più facile scovare la presenza di materiale rubato o di rifiuti". Adesso, però, la situazione è cambiata e certi interventi di verifica non vengono più effettuati.

"Con il cambio alla guida del corpo le priorità sembrano diverse" spiega Milani, "e adesso gli uomini dello Spe sono impegnati in operazioni secondo noi vetrina, come rincorrere i venditori di acqua e i saltafila al Colosseo.

Intanto, davanti ai campi rom, i singoli gruppi continuano a mantenere i loro presidi con una volante, ma servono a poco, per contrastare i fenomeni criminali che si possono creare in questi insediamenti".

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