Certificati falsi per il rinnovo permesso di soggiorno: denunciato

Fermato un cingalese di 46 anni per i reati di truffa e contraffazione. La finta agenzia di servizi è stata posta sotto sequestro dalle forze dell’ordine

Certificati falsi per il rinnovo permesso di soggiorno: denunciato

Permessi di soggiorno falsi. Una finta agenzia di servizi nella zona Esquilino è stata scoperta dal I Gruppo Centro “ex Trevi” della Polizia Locale di Roma Capitale a esito degli accertamenti avviati su alcune certificazioni sospette. L’attività è stata chiusa e decine di faldoni contenenti nomi, dati sensibili e documenti sono stati posti sotto sequestro. A far scattare le indagini, la denuncia di un impiegato dell’Anagrafe di via Petroselli, che si era imbattuto in una richiesta per un cambio di residenza da parte di un cittadino del Mali, che aveva presentato un attestato anagrafico alquanto sospetto.

Le attività investigative, condotte dagli agenti diretti dal Dott. Maurizio Maggi, hanno permesso di scoprire il giro d’affari illegale di diverse decine di migliaia di euro, realizzato da un’associazione culturale che esercitava abusivamente le tipiche attività di un’agenzia di servizi e provvedeva all’emissione di documenti falsi. Diversi i casi di raggiro già individuati, tra cui quello di un uomo che ha chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno presentando un falso certificato di residenza, o quello di una persona che si è trovata nel suo stato di famiglia due minori che non conosceva.

Nelle vicende già analizzate dagli inquirenti è emersa come figura centrale quella di P.N, cittadino di nazionalità cingalese di 46 anni, presidente dell’associazione dove venivano emessi materialmente i documenti. Qui venivano lavorate pratiche di Isee, certificati di residenza e di ricongiungimento familiare, fino al rinnovo delle patenti di guida. Al vaglio degli inquirenti centinaia di documenti rinvenuti all’interno della finta agenzia, su cui sono in corso verifiche accurate per accertare i vari casi di attestazioni false. Nei confronti del responsabile, in attesa di ulteriori sviluppi dell’indagine, è scattata la denuncia per i reati di truffa e contraffazione.

Non è l’unico caso di permessi di soggiorno falsi nella capitale. Solo qualche mese fa un altro caso. Decine di pratiche al giorno passavano tra le loro mani, ma l’integrazione culturale che promuovevano avveniva sul terreno del peggior malcostume degli uffici pubblici romani: mazzette per avere tutti i documenti necessari a rinnovare o ottenere il permesso di soggiorno quasi sempre senza averne diritto, scavalcando file, attestando il falso, eliminando impedimenti.

Si trattava di un’agenzia di fatto che disbrigava pratiche amministrative, così il gip Anna Maria Gavoni definiva l’organizzazione. Sempre il gip ha firmato l’ordinanza con cui nove persone sono andate agli arresti (sei ai domiciliari) e altre quattro hanno ricevuto l’obbligo di firma.

Un’associazione a delinquere finalizzata a corruzione, falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nata nella comunità del Bangladesh con il decisivo appoggio di tre funzionari del V municipio e di due privati (italiani) che fornivano i loro indirizzi per le false residenze. Mazzette a volte di poche decine di euro ricevute negli uffici o davanti a un caffè al bar.

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