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Coronavirus, 5 positivi in Ama: lunedì sarà sciopero

I nuovi contagi in azienda agitano lo scontro. I sindacati: "Mascherine scarseggiano e le sanificazioni degli ambienti sono fatte a macchia di leopardo"

Coronavirus, 5 positivi in Ama: lunedì sarà sciopero

Pronti a incrociare le braccia. Lunedì prossimo i lavoratori di Ama, l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti a Roma, sciopereranno per 24 ore per chiedere tutele e sicurezza contro il coronavirus. Lo sciopero è proclamato da tutte le principali sigle sindacali: Fp Cgil, Ft Cisl, Fiadel e Ugl. I sindacati motivano la protesta spiegando che tiene conto della mancanza di misure efficaci per salvaguardare la salute degli operatori. Insomma, le accuse sono chiare. E i casi di contagio non accennano a diminuire.

Secondo i sindacati sono almeno 5 i positivi tra gli operatori Ama, di cui uno asintomatico che fino a pochissimi giorni fa era ancora in servizio presso l’autorimessa di Rocca Cencia. Un vero e proprio focolaio. A Rocca Cencia lavorava infatti il capo operaio morto pochi giorni fa, generando una grande commozione tra i colleghi che hanno voluto rendergli omaggio pubblicamente. A Rocca Cencia lavorava anche un altro operatore positivo, ricoverato ancora in terapia subintensiva. Anche un altro autista è ricoverato ed è in rianimazione: anche lui veniva da Rocca Cencia. Un quarto, sempre in forza nello stesso impianto, al momento è in quarantena e presenta i sintomi ma, secondo quanto denunciano i sindacati, ancora non è stato sottoposto al tampone nonostante le richieste all’azienda.

Infine, sarebbe contagiato un altro operatore che viene da Ponte Malnome. "Non siamo carne da macello. Abbiamo notizia di nuovi contagi tra i lavoratori e non siamo più disponibili a concedere altro tempo". Stavolta a tuonare contro Ama sono i rappresentanti sindacali dei Cobas Roma. La settimana scorsa, come detto, la partecipata incaricata della raccolta rifiuti ha pianto la prima vittima di coronavirus, un capo operaio di 54 anni. Nel mirino dei sindacati le misure di sicurezza applicate in azienda da inizio emergenza, a loro dire ancora insufficienti.

"I dispositivi di protezione individuale scarseggiano, le sanificazioni degli ambienti sono fatte a macchia di leopardo, le igienizzazioni dei mezzi di lavoro sono fatte con carta assorbente e detergenti commerciali che non sono nemmeno presidi medici". E ancora, altro punto contestato, la chiusura delle docce ai dipendenti. "A fine turno ci viene impedito di fare la doccia come la tipicità del nostro lavoro richiede, cosicché siamo costretti a rivestirci dei nostri panni civili senza alcuna igiene e tornare a casa probabilmente contaminati".

Un braccio di ferro quello sulla tutela della salute che va avanti oramai da inizio emergenza. Sulla questione si è espresso ieri l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis. "Ama ha messo a disposizione un numero di dispositivi di protezione per persona non paragonabile a nessun’altra azienda del Lazio". Fino a domenica sono state, infatti, distribuite 160mila mascherine, tra quelle chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, e circa 220mila paia di guanti.

"Attualmente abbiamo una giacenza in magazzino di circa 190mila mascherine e 50mila paia di guanti, oltre alle tute monouso che utilizziamo per gli interventi speciali".

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