Cronaca locale

La denuncia del disabile: "Intrappolato in metro per 2 volte in 24 ore"

La denuncia di Riccardo, disabile di 30 anni in vacanza nella Capitale: "Avevo letto e sentito che per noi disabili la mobilità a Roma è un incubo, ma provarlo sulla mia pelle è stato davvero frustrante"

La denuncia del disabile: "Intrappolato in metro per 2 volte in 24 ore"

Un weekend nella città eterna? Può trasformarsi in un calvario, soprattutto per chi ha problemi di disabilità motoria. Nulla va dato per scontato. Il rischio sennò è quello di ritrovarsi in trappola. Proprio come è successo a Riccardo Merelli, trentenne di Grosseto, affetto da tetraparesi spastica. Una malattia con cui combatte dalla nascita, che gli ha tolto l'uso delle gambe, ma non la curiosità e la voglia di viaggiare e scoprire. Barriere architettoniche permettendo. Era a Roma, la scorsa settimana, per una gita di tre giorni. Il bed and breakfast lo aveva preso vicino alla metropolitana, proprio perché immaginava che così si sarebbe potuto spostare più agevolmente.

Certo non aveva messo in conto di rimanere bloccato per ben due volte nell'arco di appena 24 ore. "Per fortuna - dice - ero in compagnia di un amico romano che mi ha aiutato a districarmi, sennò chissà come sarebbe andata a finire". Il primo disguido si verifica attorno alle 21.30 di mercoledì 18 febbraio all'interno della stazione Cavour, sulla linea B. Per raggiungere la superficie c'è un montascale e non è guasto. Peccato però che nei paraggi non ci sia nessuno abilitato a manovrarlo. Riccardo è in trappola. Che fare? L'amico va in avanscoperta per lui. "C'erano solo i militari di Strade sicure - ricorda - che ci hanno consigliato di chiamare i vigli del fuoco". Inizia così un valzer di telefonate che si concluderà solo un'ora più tardi. Quando un dipendente della municipalizzata dei trasporti arriva con la chiave per azionare la pedana. Riccardo è libero, ma solo per qualche ora. Un nuovo imprevisto si verifica attorno alle 23.30, stavolta sulla linea A, nella stazione di Furio Camillo. "Abbiamo trovato gli ascensori spenti", racconta. Ancora una volta è l'amico ad attivarsi, i dipendenti all'interno del gabbiotto si scusano: "Essendo prossimi all'orario di chiusura abbiamo disattivato gli ascensori in anticipo", dicono. Riccardo è amareggiato.

Sono passati giorni, ma ancora non riesce a togliersi dalla mente l'accaduto. "Avevo letto e sentito che per noi disabili la mobilità a Roma è un incubo, ma provarlo sulla mia pelle è stato davvero frustrante". "Io - si sfoga - sono un turista pagante come gli altri, pago la tassa di soggiorno come gli altri, i biglietti della metropolitana come gli altri, eppure mi è stato riservato un trattamento diverso". "Senza contare - aggiunge - tutte le peripezie che ho dovuto affrontare in giro per la città, dove i marciapiedi assomigliano più che altro a un campo di battaglia". "Non è certo un bel biglietto da visita per la città". Immaginate allora quanta rabbia può accumulare chi si trova nella stessa situazione di Riccardo però a Roma ci vive tutti i giorni. E tutti i giorni è costretto a cimentarsi con le stesse difficoltà. Persone come Ketty, la 33enne che qualche settimana fa ha bloccato con la sua carrozzina il tram numero 5 all'altezza di Porta Maggiore.

Un gesto dettato dall'esasperazione di fronte all'ennesimo mezzo pubblico inaccessibile, che le è costato una denuncia per interruzione di pubblico servizio.

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