Labico, famiglia nigeriana uccisa dal monossido di carbonio

Padre, madre e figlia neonata uccisi dalle esalazioni scaturite da un bidone usato per riscaldarsi. La famiglia si era trasferita nel comune laziale in estate

Labico, famiglia nigeriana uccisa dal monossido di carbonio

Una morte atroce. Qualcosa che sconvolge e allo stesso tempo fa impazzire di rabbia. E una domanda a cui si cerca di dare risposta: come è possibile che una famiglia muoia così alla vigilia degli anni venti del XXI secolo? Erano abbracciati nel letto matrimoniale del loro appartamento. Avevano 38, 26 anni e due mesi. Padre, madre e figlia sono stati trovati morti dai vigili del fuoco in un appartamento di Labico, comune della provincia sud di Roma.

A determinare la morte dei tre, le esalazioni di monossido di carbonio scaturite da un bidone in metallo con dentro della carbonella trovato dai carabinieri nella stanza dove è stato fatto il tragico rinvenimento. Un mezzo di fortuna per scaldarsi dal freddo e risparmiare sulla bolletta. Un decesso che, secondo i primi riscontri del medico legale, sarebbe avvenuto da circa 10 giorni. Era una famiglia tranquilla di origine nigeriana. Trasferitasi in provincia per risparmiare sull’affitto. Poi la tragedia.

Ecco i fatti. Da qualche giorno non ritiravano dalla strada il secchio della raccolta differenziata e non rispondevano al telefono. Per questo la mattina di martedì 17 dicembre i proprietari della casa hanno avvisato i vigili del fuoco. Intervenuti sul posto i pompieri del distaccamento di Palestrina hanno quindi scoperto i corpi privi di vita dei tre. Allertata l’autorità giudiziaria, nell’appartamento di via Fioramonti sono quindi intervenuti i carabinieri della compagnia di Colleferro, coordinati dal capitano Ettore Pagnano. L’ipotesi preponderante è che i tre possano essere morti per le esalazioni di monossido di carbonio, ma si attendono i risultati degli accertamenti del medico legale.

Queste morti hanno sconvolto profondamente l’intera comunità e sono molti quelli che si chiedono come si possa morire nel 2019 in questo modo atroce, ovvero a causa del monossido di carbonio sprigionato da una sorta di braciere di fortuna alimentato dalla carbonella. Peter Chukudi Egesimba, Sali Djassi e Angel Ifechucwu Egesimba (rispettivamente padre, madre e figlia neonata di due mesi), sono stati trovati morti nel letto della villetta schiera di via Fioramonti, la salita che dalla stazione ferroviaria porta alla frazione di Santa Maria.

Una famiglia che era arrivata a Labico in piena estate e qui aveva preso la residenza.

Avevano deciso di spostarsi da Roma dove erano arrivati oltre 10 anni fa, probabilmente per risparmiare sull’affitto e infatti avevano preso una casa che si poteva raggiungere a piedi in pochi minuti dalla stazione ferroviaria. Erano in regola con il contratto e con i pagamenti della varie mensilità. Ma non avevano fatto i conti con la nera signora.

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