Cronaca locale

Lancia molotov sulla casa dell'ex ma sbaglia balcone

Per vendicarsi di un amore finito male decide di lanciare delle bottiglie incendiarie sulla casa della ex fidanzata. Ma sbaglia il bersaglio

Lancia molotov sulla casa dell'ex ma sbaglia balcone

È il 2018 quando Valerio Ambrosino, 34 anni, con il cuore spezzato per la fine di un amore decide di attuare una vendetta nei confronti dell'ex.

Si reca più volte sotto casa di un'amica della ragazza in via Flavia, a Ladispoli, perché convinto di riuscire a trovarla. Probabilmente spazientito decide, con l'aiuto di un paio di suoi amici Leandro Pietrobattista, 55 anni, e Andrea Leoffredi, 34 anni, di fabbricare delle molotov, che altro non sono che degli ordigni incendiari fatti con bottiglie di vetro, in questo caso di birra e liquido infiammabile. Il piano era quello di lanciarle sul balcone e nel giardino dell'amica della sua ex. Oltre a sbagliare azione per provare a riconquistare la ragazza con cui si è lasciato, Ambrosino sbaglia anche bersaglio. Infatti, ha colpito l'appartamento di un vicino di casa. Quest'ultimo si trovava fuori a cena quando è stato chiamato da altri inquilini del palazzo. Il motivo? Stava andando a fuoco qualcosa nel loro giardino. I carabinieri, immediatamente intervenuti, hanno trovato sulla scena i resti di una bottiglia di birra, tracce di benzina e un fazzoletto bruciato.

Il giorno successivo, riporta il Messaggero, non contento, Ambrosino ha lanciato ben altre due molotov. La prima ha rotto una porta finestra, la seconda è esplosa in terrazzo. Le forze dell'ordine, immediatamente allarmate, hanno rintracciato l'auto parcheggiata fuori da un bar non lontano la casa. All'interno: una bottiglia di plastica, benzina e stoffa. Tutti oggetti idonei alla fabbricazione di una molotov. Ambrosino è stato poi riconosciuto da un'altra vicina di casa.

La vittima ha immediatamente denunciato i responsabili. Il trentaquattrenne è stato condannato a quattro anni di reclusione. I suoi complici, Leofreddi e Pietrobattista, invece, sono stati condannati a tre anni. Le accuse a loro rivolte sono state danneggiamento e fabbricazione di armi. Immediato è stato il ricorso in appello da parte dei legali di tutti e tre gli imputati.

La sentenza di primo grado, però, è stata confermata.

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