Cronaca locale

"Non fai come le donne nel tuo Paese?". E il prof taglia i capelli all'iraniana

Gesto choc di un docente in classe. Dopo aver parlato dei tumulti in Iran per la morte di Mahsa Amini, l'insegnante ha tagliato una ciocca di capelli alla studentessa

"Non fai come le donne nel tuo Paese?". E il prof taglia i capelli all'iraniana

Un episodio a dir poco scioccante quello avvenuto in una scuola superiore del centro di Roma, dove un docente è arrivato a tagliare i capelli di una studentessa iraniana dopo aver parlato con la classe delle proteste scoppiate a seguito della morte di Mahsa Amini.

Una vicenda che lascia basiti. A quanto si apprende, però, l'insegnate è stato già raggiunto da un procedimento disciplinare. Ma andiamo con ordine.

"Non vuoi sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese?"

Il gesto choc del docente sarebbe avvenuto durante la lezione. In classe si stava discutendo di un argomento di forte attualità come quello delle proteste in Iran seguite alla morte di Mahsa Amini, ragazza fermata dalla polizia morale dopo essere stata trovata col velo indossato in maniera non corretta. Mahsa, come sappiamo, ha poi perso la vita. Da ciò la forte reazione del popolo iraniano, in particolare delle donne. In questi giorni abbiamo assistito a tanti gesti di sfida nei confronti del sistema, come, appunto, il tagliarsi i capelli.

Da questo deve aver preso spunto il professore che ha arbitrariamente deciso che anche la sua studentessa dovesse aderire alla protesta. "Proprio tu, che hai origini iraniane, dimmi, non ti sembrerebbe giusto sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese? Non ti taglieresti una ciocca di capelli per testimoniarlo?" avrebbe dichiarato il docente, come riportato da Repubblica.

Senza attendere la replica della giovane, il docente, almeno stando alla ricostruzione, ha afferrato un paio di forbici per poi tagliarle un ciuffo di capelli. La studentessa è naturalmente rimasta sconvolta, mentre il resto della classe scoppiava a ridere. Più che un gesto di libertà e di solidarietà nei confronti delle donne iraniane, quella del prof è sembrata decisamente un'imposizione. Proprio ciò contro cui le donne in Iran stanno combattendo.

La reazione della famiglia della studentessa non si è fatta attendere, così come quella dell'istituto scolastico. Il docente, infatti, ha già ricevuto un procedimento disciplinare.

La condanna unanime

Non usa mezzi termini per definire l'episodio il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che parla di "forma di bullizzazione inaccettabile". Condanna anche da parte di Daniele Parrucci e Tiziana Biolghini, rispettivamente consigliere delegato alle Scuole Città metropolitana di Roma e consigliere delegato Pari opportunità, Politica sociale, Cultura, Città metropolitana di Roma. Entrambi, come riportato da Repubblica, hanno definito il gesto come "lesivo della dignità e della libertà della studentessa di origine iraniane". La studentessa, infatti, è stata costretta a vedersi tagliare la ciocca di capelli.

Duro anche il commento del presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi. "Quello dell'insegnante che ha tagliato la ciocca di capelli a una studentessa iraniana è un atteggiamento che si concilia poco con il diritto-dovere degli insegnanti a formare gli studenti" ha dichiarato Rusconi. "Se per ogni manifestazione che succede all'esterno noi interveniamo in maniera così plateale è chiaro che l'unica cosa che otteniamo è che queste questioni diventino divisive. La scuola ha bisogno di pacatezza e di saggezza non ha bisogno di elementi divisivi. Bisogna fare in modo che tutto ciò che entra a scuola sia elemento di crescita e non semplicemente di visibilità mediatica. La visibilità mediatica lasciamola a TikTok e così via".

Studenti furiosi

Si fanno sentire anche gli stessi studenti, già sul piede di guerra sullo stato in cui versano diverse scuole. La Rete degli studenti medi condanna il fatto come "violenza" e chiede una punizione esemplare. "Pensavamo che gli abusi di potere da parte dei docenti appartenessero a un'altra epoca. Oggi gli studenti hanno diritti e dignità riconosciuti da leggi e statuti. Non possiamo tollerare che si usi violenza su una studentessa e si rimanga impuniti" fanno sapere dal comitato.

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