Cronaca locale

Parco della Cellulosa, demolite capanne abusive

Zona liberata da strutture in decadenza realizzate con legname e plastica. Il Parco della Cellulosa torna a splendere dopo l'attività degli uomini della Municipale

Parco della Cellulosa, demolite capanne abusive

Ieri mattina pattuglie del XIII gruppo aurelio della polizia locale di Roma Capitale, sono intervenute all’interno del Parco della Cellulosa, in via di Casalotti, per liberare un’area che era stata oggetto di occupazione abusiva da parte di senza casa. L’intervento degli agenti ha consentito di dare avvio alla demolizione delle strutture presenti, ormai dismesse e in stato di decadenza, nonché degli alloggi di fortuna costituiti da legname e teli di plastica, scongiurando così il rischio di nuovi insediamenti.

Le operazioni sono state precedute da varie verifiche eseguite dal personale nei giorni scorsi, durante le quali si è proceduto alla denuncia di due occupanti abusivi. L’ente proprietario del parco, dopo aver provveduto alle opere di abbattimento, ha avviato la bonifica dell’area con la rimozione dei materiali e dei rifiuti presenti. L’attività proseguirà anche nei prossimi giorni.

Parco della Cellulosa a parte, nella capitale gli accampamenti abusivi costituiscono una questione complessa, che esiste da tempo, difficilmente regolabile, e che non sembra aver trovato una soluzione concreta. Lo scriveva su queste pagine Lavinia Greci. È vero se qualche sgombero c’è stato, il sistema che regola l’evacuazione dai campi rom irregolari, adesso, sembra essersi fermato. Almeno da luglio. In base ai numeri diffusi di recente dal Viminale, a Roma, infatti, di alloggi abusivi ne sorgerebbero 338, tutti abitati da circa 2mila persone.

Di questi insediamenti, la maggior parte è concentrata al centro, dove ce ne sono 42, poi c’è Monte Mario e la zona Cassia. E poi ci sono quelli situati sulla Flaminia, in via di Grottarossa. E appunto quello del Parco della Cellulosa. Proprio qualche settimana fa, il Campidoglio ha avviato i lavori di smantellamento e rimozione del campo della Barbuta, nella zona sud di Roma, assegnando quindi a circa 100 nomadi le case popolari (gli altri sono in attesa). Ma da quel momento, qualcosa sembra essersi fermato.

Dal mese di luglio, infatti, nell’Assemblea capitolina si sarebbero, di fatto, rallentati gli sgomberi, in una sorta di concordanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. E la direzione sembrerebbe essere proseguita anche dopo la nascita dell’esecutivo giallorosso. Luciana Lamorgese, il nuovo ministro degli Interni, succeduta a Matteo Salvini, mentre era prefetto a Milano (da 2017 al 2018) aveva dato un'impronta dura sul tema degli sgomberi dei campi rom.

Ma adesso, l’interrogativo non riguarda soltanto Roma, ma più in generale la politica nazionale, soprattutto dopo la nuova alleanza Cinque Stelle e sinistra, e l’indirizzo che il nuovo governo Conte vorrà dare a questo problema: se distanziarsi dalle posizioni dell’ex vice presidente del Consiglio e leader della Lega o proseguire sul suo orientamento. Quello che è certo è che a Roma è emergenza.

E questo ultimo sgombero fa bene alle coronarie dei residenti.

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