Cronaca locale

Il Ponte di Ferro dimenticato, la denuncia dei cittadini

A cinque mesi dall’incendio la zona è zeppa di rifiuti e aree off limits. A dicembre il sindaco Gualtieri aveva inaugurato la riapertura del ponte

Il Ponte di Ferro dimenticato, la denuncia dei cittadini

Lo scorso 12 dicembre il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aveva inaugurato la riapertura del Ponte di Ferro, zona Ostiense, dopo che erano passati oltre 70 giorni per metterlo in sicurezza in seguito al terribile rogo che lo aveva investito il 2 ottobre del 2021. Ancora oggi però risulta abbandonato a se stesso, tra rifiuti e degrado che rendono la zona impraticabile, sia ai pedoni che ai ciclisti, visto che la pista ciclabile risulta essere chiusa. Questa è la denuncia che hanno fatto i tanti cittadini residenti nel quartiere dimenticato dalla giunta Gualtieri, dopo le foto di rito per l’inaugurazione, con tanto di primo cittadino tronfio che passeggia sul ponte.

La situazione a 5 mesi dal rogo

Dopo cinque mesi dall’incendio l’area risulta in una situazione di pericolosità dovuta ai rifiuti presenti, a strutture metalliche a penzoloni e passaggi ostruiti con pochissimi servizi. Da precisare che l’area del ponte è agibile, il problema è tutta la zona che c’è intorno a esso, inagibile, zeppa di immondizia e con la pista ciclabile inaccessibile, esattamente come appariva il giorno seguente al rogo.

Come riportato da Il Tempo, Marco Palma, vicepresidente del consiglio dell'XI Municipio di Roma Capitale, ha presentato per tutti questi motivi una interrogazione in Consiglio. Inoltre, tramite la consigliera capitolina Francesca Barbato e il consigliere regionale Massimiliano Maselli, la segnalazione è arrivata anche in Assemblea capitolina e in Regione Lazio. Una situazione non certo bella, non solo per la pista ciclabile chiusa, ma anche per le montagne di rifiuti che i cittadini vedono sia all'ingresso della ciclabile che sulle sponde del fiume Tevere. Tra gli oggetti abbandonati si possono trovare pneumatici, plastica e lastre di eternit, tutti materiali altamente pericolosi.

La zona intorno al ponte

Piergiorgio Benvenuti, presidente del movimento ecologista Ecoitaliasolidale, ha così commentato la situazione di degrado:“Purtroppo ad oggi proseguono i disservizi della struttura, con la pista ciclabile incredibilmente interrotta. Tutti coloro che vogliono utilizzarla per fare sport sono costretti a interrompere il proprio percorso, ma cosa ancor più grave, non conosciamo i tempi certi della sua riapertura. Tutt'intorno, inoltre, continuano ad esserci cumuli di rifiuti di ogni tipo”. Anche la campionessa del mondo di marcia, Giuliana Salce, dirigente del movimento ecologista, ha voluto dire la sua, sottolineando che è inaccettabile il fatto che la ciclabile sia interdetta, impedendo in questo modo a ciclisti, giovani e meno giovani di svolgere attività sportiva, proprio adesso che si va verso la bella stagione.

La situazione migliora a qualche centinaia di metri, verso il Ponte Marconi, dove grazie ad alcune segnalazioni, tra le quali anche le interrogazioni parlamentari del senatore Maurizio Gasparri, alcune favelas che si trovavano accanto allo scorrere del fiume Tevere sono state sgomberate. La bonifica dell'area da parte della Regione prosegue, anche se molto lentamente, con l’obiettivo di riqualificare l'area e realizzare un parco.“Come avvenuto sul lungotevere di Pietra Papa sollecitiamo le istituzioni affinché, con il confronto con la Soprintendenza Speciale di Roma, il Ponte dell'Industria possa essere tutelato e valorizzato, insieme all'intera area ex industriale di Marconi-Ostiense”, ha concluso Benvenuti.

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