Coronavirus

I buoni spesa della Raggi? Inutili in molti negozi: "Paghiamo troppe tasse"

Le misure messe in campo dal comune contro il coronavirus si scontrano contro le tasse. Spesso i grandi magazzini non accettano i buoni spesa anticrisi

I buoni spesa della Raggi? Inutili in molti negozi: "Paghiamo troppe tasse"

Non bastava il coronavirus. Ora anche la sua "cura economica", i buoni erogati dai comuni per chi è in difficoltà, sembrano affliggere i più sfortunati. Succede a Roma. Qui alcuni supermercati non accettano i ticket spesa perché troppo tassati. Nella capitale il numero delle domande ha toccato quasi quota 80mila. Un record assoluto rispetto agli altri comuni d’Italia. Palermo ne ha ricevute 20mila, così come Torino e Napoli.

Il Campidoglio, dopo vari intoppi burocratici, alla fine, sembrerebbe aver erogato 10mila buoni spesa anticrisi, a sostegno dei più fragili in piena emergenza Covid-19: 4700 sono arrivati direttamente sulle app degli smartphone dei cittadini, oltre 3100 versioni cartacee sono poi stati distribuiti a domicilio dalla polizia locale. Altri 2mila consegnati negli uffici, per un valore di 15 milioni: la cifra stanziata per Roma.

Ma ovviamente non poteva andare tutto liscio. La denuncia di quanto stiamo scrivendo arriva dalle pagine di Libero. È un’ex contabile della Standa a raccontare quanto sta accadendo in alcuni supermercati romani: "Alcuni anziani, dopo aver passato oltre un’ora in fila, fatto la spesa per una settimana, in modo da non dover uscire tutti i giorni, al momento di pagare si sono sentiti dire dalla cassiera del supermercato che i ticket del comune non li accettano". Si tratterebbero di alcuni magazzini in zona Eur. Il motivo del gran rifiuto? Non intendono aderire perché non gli conviene: sono tassati del 12%.

Lo stesso amministratore delegato di Conad (uno dei supermercati che non accettano buoni), Francesco Pugliese, in un'intervista al Corriere della Sera, ha avuto da ridire proprio su questo punto: "Si poteva pensare un contributo più complicato? Non era meglio affidare a Poste Italiane questo onere, dotando le famiglie indigenti di carte prepagate? Hanno la rete distributiva per far affluire quei 400 milioni di euro in maniera veloce e capillare". E invece no, si usano i comuni, che spesso non sanno come fare. Spesso ci si trova di fronte a misure inadeguate come accaduto a quel sindaco che ha scritto addirittura dei fogli a penna.

"La famosa gara per l’affidamento dei buoni spesa, che avrebbe dovuto garantire una boccata di ossigeno a indigenti e famiglie in difficoltà invece, a quanto pare, ha messo in luce la solita incapacità dell’amministrazione a cinque stelle, abile solo nel collezionare errori", ha sentenziato Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica "Con Giorgia" e vicepresidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale. La sindaca, Virginia Raggi, nei giorni scorsi era stata chiara: "Non fate i furbi con i ticket". Ma, questa volta, non si tratta di essere furbi. La stragrande maggioranza dei cittadini segue le regole.

Magari sarà tutto il resto del sistema a non funzionare.

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