Spese per gli alloggi e consulenze, dalla Regione Lazio migliaia di euro per i detenuti

Il garante dei detenuti del Lazio ha messo in campo 35mila euro per permettere ai reclusi senza una casa di beneficiare degli arresti domiciliari. Tra i fondi stanziati anche 40mila euro per "l'empowerment" della popolazione carceraria

Spese per gli alloggi e consulenze, dalla Regione Lazio migliaia di euro per i detenuti

La Regione Lazio pagherà gli alloggi dove scontare i domiciliari ai carcerati che non hanno una casa o che non possono permettersela. Lo ha annunciato qualche giorno fa il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa, che ha predisposto uno stanziamento di 35mila euro proprio per sostenere le spese alloggiative dei reclusi nei penitenziari del Lazio. Si tratta di soggetti ammissibili alla detenzione domiciliare, che però sono senza domicilio, né risorse per pagare un affitto.

"La misura – informava il garante in una nota - si aggiunge a quella già adottata l’11 marzo scorso per consentire ad alcuni detenuti in semilibertà e privi di domicilio di godere del primo periodo di licenza disposto dalla magistratura di sorveglianza". L’obiettivo, ha chiarito l’autorità, è quello di mettere chi non dispone di luogo dove scontare la pena al di fuori del carcere in condizioni di non rinunciare per questo ad uscire dalla cella.

"Si tratta, in questo caso, di una condizione che nulla ha a che fare con la pericolosità del richiedente o con la meritevolezza della sua condotta, ma esclusivamente con il suo benessere e le sue relazioni familiari e sociali: se sei solo e senza risorse, resti in carcere, anche se saresti potuto andare ai domiciliari", ha ricordato il garante, parlando di "evidente ingiustizia".

"Sarebbero servite ben altre misure per ridurre la popolazione detenuta e servono ben altri interventi da parte della Amministrazioni competenti", osserva Anastasìa. "Sappiamo che almeno questi ultimi sono allo studio – aggiunge in una nota - nel frattempo cerchiamo di evitare che istanze accoglibili da parte della magistratura di sorveglianza siano per questa ragione accantonate o, peggio, rigettate". Ma la sua decisione fa discutere.

Durissima la reazione della Lega, che nei giorni scorsi ha parlato di "schiaffo agli italiani per bene" e di "resa dello Stato". "Mentre medici e forze dell'ordine denunciano la mancanza di mascherine e camici, dalla Regione Lazio arrivano 35mila euro per dare un alloggio ai detenuti in uscita dal carcere, la maggioranza insiste per allargare i numeri dell'amnistia mascherata e - con la scusa del virus - perfino alcuni boss vanno ai domiciliari come successo per Vincenzino Iannazzo", avevano attaccato i parlamentari leghisti Giulia Bongiorno, Nicola Molteni, Jacopo Morrone e Andrea Ostellari.

Ma quello di 35mila euro non è l'unico stanziamento in favore dei detenuti del Lazio. "A questo si aggiunge una spesa di altri 40mila euro per due consulenze sul piano strategico per l'empowerment della popolazione detenuta", spiega Laura Corrotti, consigliera regionale dello stesso partito. Gli importi sono stati messi nero su bianco in due determinazioni dello scorso 27 febbraio.

"Avrebbe dovuto prima interpellare il Consiglio regionale", commenta l'esponente del partito di Matteo Salvini. "Se la struttura del Garante del Lazio crede che sia presente un sovraffollamento delle carceri, presenti un progetto al Consiglio che ne discuterà appena possibile – ragiona Corrotti - il Garante non può diventare una zona franca in cui si può fare tutto senza controllo, soprattutto data la carenza di risorse a disposizione".

La maggioranza, accusa infine la consigliera della Lega, ha deciso di "tagliare fuori l’opposizione da ogni singola decisione in questa

fase emergenziale e mentre da una parte distribuisce ai Comuni mascherine finte simili più a carta igienica, dall’altra stanzia fondi per dare una casa ai detenuti per accontentare qualche richiesta dei soliti amici".

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