Cronaca locale

"Case popolari o restiamo qui" Il ricatto dei migranti alla Raggi

Trambusto a Tor Tre Teste, un gruppo di otto migranti è salito sul tetto di un ex call center per rivendicare un alloggio popolare. I residenti: "Non se ne può più, speriamo li facciano sloggiare"

"Case popolari o restiamo qui" Il ricatto dei migranti alla Raggi


"Ma cosa sta succedendo? C'è un elicottero che sorvola il quartiere". È la domanda più inflazionata nei gruppi Facebook dei residenti di Tor Tre Teste, alla periferia orientale della Capitale.

Sono le 11 di mattina, è un sabato d'estate e la gente è tutta casa. Chi abita davanti all'ex call center all'angolo tra via dei Berio e via Davide Campari si affaccia dalla finestra e inizia a diffondere i primi aggiornamenti: "Occupazione con tanto di ribelli che si vogliono buttare dal terrazzo".

La scena è surreale. Il tetto di quell'edificio specchiato, dove un tempo c'erano gli uffici della "Omnia Network", adesso è occupato da un manipolo di stranieri. Sono in otto, seduti con le gambe che penzolano dal cornicione. Sono determinati a resistere. Minacciano di fare una sciocchezza se non verranno ascoltati. Il loro è un ricatto, non scenderanno finché non gli verrà assegnato un alloggio popolare. Sulle loro teste un velivolo della polizia di Stato monitora la situazione. Sotto si sono radunate volanti, camionette e agenti in tenuta antisommossa.

"Speriamo che riescano a buttarli fuori, il quartiere ormai è invaso", sentenzia qualcuno. "Ora il quartiere sarà ancora più pericoloso, per noi e per i nostri figli, le forze dell'ordine hanno fatto tanto casino ma loro sono ancora dentro", replica un papà di zona. "Non se ne può più, speriamo riescano a farli sloggiare", si legge qualche commento dopo.

Nel frattempo il passaparola ha portato in strada sia i residenti che i centri sociali. Sul posto è accorso anche il consigliere capitolino della Lega, Maurizio Politi. "La città è allo sbando, e i soliti prepotenti spalleggiati dai centri sociali se ne approfittano, minacciando di non scendere finchè non gli verrà assegnato un alloggio", commenta l'esponente leghista.

"Tutto ciò è possibile grazie al clima di anarchia che c'è in città, il sindaco è assente, pretendiamo che vengano sgomberati, la prepotenza non può più pagare", denuncia. "Questa città - conclude - non premia più chi ha bisogno, ma delinquenti e criminali come questi".

Duro anche il collega di Fratelli d'Italia, Francesco Figliomeni: "Mentre moltissime famiglie con bambini sono in graduatoria per una casa popolare, si continua con queste azioni violente nel tentativo poi di scavalcare tutti nell'assegnazione degli immobili, e ciò avviene con la complicità politica della sinistra e dei grillini".

L'appello è alle autorità, affinché "si coordino per sgomberare l'immobile adottando i provvedimenti previsti dalla legge per i responsabili dell'azione, compresa l'espulsione dall'Italia ove ricorrano i presupposti".

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