Rifiuti, la Procura di Roma indaga sulla mancata raccolta

"Getto pericoloso di cose": è questa l'ipotesi di reato su cui indaga la Procura di Roma alla luce del caos rifiuti che, dal centro alla periferia, tiene sotto scacco la Capitale

Rifiuti, la Procura di Roma indaga sulla mancata raccolta

Basta fare due passi in città per rendersi conto che “Roma rischia di diventare una discarica”. Ha ragione Jason Horowitz, il corrispondente da Roma del New York Times che a ridosso delle festività natalizie si è cimentato in un vero e proprio “tour del degrado” raccontando la disastrosa situazione delle strade della Capitale. Si sbaglia però quando afferma che “il romano è così abituato alla sporcizia in cui vive che non riesce più a riconoscere o vedere il triste stato di questa città”. Si sbaglia di grosso. Sono tanti i romani che non si rassegnano allo status quo.

Ed è proprio sulla base dei loro esposti che l’emergenza rifiuti è finita nel mirino della Procura di Roma. L’indagine è affidata al pm Carlo Villani che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. Il reato ipotizzato, come si legge su Il Messaggero, è quello di “getto pericoloso di cose” che punisce chiunque “getti o versi, in un luogo di pubblico transito, o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone” oppure “provochi emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti”. Le indagini sul campo, invece, sono affidate alla Polizia Locale che sta ascoltando i residenti e raccogliendo le loro testimonianze. Negli atti dell’inchiesta sono entrate anche le numerose segnalazioni dei cittadini che testimoniano la mancata raccolta dell’immondizia. Fotografie dai quattro angoli della Capitale, che mostrano montagne di spazzatura rimaste sui marciapiedi ma anche negli spazi condominiali per giorni e prese d’assalto da topi e gabbiani.

A nulla sembrano esser serviti gli sforzi dell’Ama che nei giorni di festa ha messo in campo duemila dipendenti e raccolto più di 3.800 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Anche l’impianto di Rocca Cencia ha lavorato senza sosta per far fronte al caos che si è venuto a creare con il rogo del Tmb Salario che accoglieva un quinto dell’indifferenziata romana. È ancora giallo sulle cause dell’incendio nello stabilimento di via Salaria 981. L’ipotesi formulata dalla Procura è quella di “disastro colposo” e il magistrato che coordina le indagini è sempre Villani. Nelle prossime settimane, allo stesso magistrato, potrebbe esser affidato anche un terzo fascicolo: quello sui cassonetti dati alle fiamme.

Nell’ultimo periodo, si legge su Roma Today, sarebbero circa una quindicina i roghi denunciati dalla municipalizzata dei rifiuti solo nei municipi IV, VII e X. E non è da scartare l’ipotesi che dietro al fenomeno ci sia un’unica regia.

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