"Dal 2021 il bilancio di Roma inizierà a scricchiolare, poi ci sarà il crollo". A dirlo al Messaggero è Gianni Lemmetti assessore al Bilancio del Comune di Roma.
"Se non ci sarà un intervento in Parlamento al decreto Crescita e in particolare alla norma Salva Roma, lo Stato fra tre anni dovrà sopportare il buco della gestione commissariale", avverte l'assessore grillino che critica il diktat imposto dalla Lega due giorni fa durante il Consiglio dei ministri. Sul tema del debito che grava sulle casse del Campidoglio è intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico per spiegare che "Una manovra sul debito è auspicabile. Poi, se alcune questioni possono essere estese ad altri Comuni bene ma - aggiunge - non mi sembra ci sia niente di strano ed atipico nell'aiutare Roma in modo corposo anche perché tanti Comuni hanno già avuto comunque degli aiuti". E conclude: "Il Parlamento chiaramente dibatterà di questi temi è sovrano e deciderà che tipo di modifiche fare alle leggi che arrivano dal Governo". A preoccupare i grillini è il fatto che, diversamente da come era stabilito nella prima versione del decreto Crescita, il Tesoro non si farà più carico dei 12 miliardi che nel 2008 erano stati spostati dal bilancio del Campidoglio ad un commissario straordinario. Ma ciò che potrebbe , far saltare i conti è il cosiddetto "Colosseum bond" (un'obbligazione da 1,4 miliardi di euro emessa dal Campidoglio nel 2003 con scadenza nel 2048) che se tornasse al Comune di Roma vorrebbe dire che la giunta Raggi dovrebbe accantonare ogni anno circa 50 milioni di euro.
Una situazione che determinerebbe il default nel giro di tre anni, proprio in coincidenza con la fine del mandato dell'amministrazione pentastellata e l'insediamento della nuova giunta. Virginia Raggi, però, ne è sicura: "Il Parlamento metterà a posto le cose, c'è un retrogusto amaro perché semmai era un salva-Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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