Sequestrata in hotel con la scusa di proporle un lavoro

Donna straniera rinchiusa e picchiata in un albergo di Civitavecchia. I suoi aguzzini risponderanno di sequestro di persona e violenza sessuale

Sequestrata in hotel con la scusa di proporle un lavoro

Questo sequestro sembra essere uscito fuori dalla trama di Suburra, quel film e quella serie che narrano l’epopea di gruppi malavitosi della capitale. Sembra finzione, fantasia. Eppure è tutto reale. La vicenda inizia mercoledì sera quasi alla mezzanotte quando una pattuglia del commissariato Prati viene fermata in piazzale degli Eroi, a Roma, da un cittadino straniero.

Racconta che la sua amica, il giorno precedente, aveva un appuntamento di lavoro. Ma che poche ore prima aveva ricevuto da lei un messaggio sul cellulare in cui la donna chiedeva aiuto, raccontando di essere stata costretta a recarsi in un albergo di Civitavecchia contro la sua volontà.

Allertato il commissariato più vicino, gli agenti inviano due pattuglie che localizzano l’hotel. Dopo primi accertamenti, i poliziotti individuano la stanza dove risultavano alloggiare alcuni cittadini indiani e, una volta all’interno, trovano un uomo e due donne.

Una di queste, con gli occhi pieni di lacrime e il volto tumefatto, racconta di essersi presentata a un appuntamento con la falsa promessa di lavoro e da lì condotta in quel luogo con la scusa di trascorrere una serata in compagnia. Da quel momento per la donna inizia l’incubo.

Una volta in camera i criminali chiudono a chiave la porta. Poi le chiedono di spegnere il telefono. Dopo averla spinta sul letto con forza, la spogliano degli abiti toccandola nelle parti intime.

Solo grazie alla energica reazione della vittima, non ci sono conseguenze ulteriori. Più tardi, in un momento di distrazione dei due aguzzini, la vittima riesce a inviare un messaggio di aiuto all’amico. I due stranieri risponderanno di sequestro di persona e violenza sessuale.

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