Roma

RomaEuropa festeggia vent’anni al galoppo

Lo spettacolo della Compagnia del teatro equestre zingaro inaugurerà all’ippodromo di Tor di Valle il 30 settembre la nuova edizione del festival diretto da Monique Vaute

RomaEuropa festeggia vent’anni al galoppo

Laura Novelli

Tempo di rassegne e manifestazioni estive ma tempo anche di annunci e anticipazioni che riguardano spettacoli previsti per l’inizio dell’autunno. Quando, cioè, Roma si trasformerà in un palcoscenico prodigo di presenze internazionali che faranno conoscere (o ri-apprezzare) al pubblico capitolino alcuni grandi nomi della scena estera. Complice il Festival dei Teatri d’Europa che inizierà il 23 settembre e coinvolgerà tre sale emblematiche quali l’Argentina, il Valle (la cui stagione, tra l’altro, è puntellata di pregevoli artisti stranieri) e India. E complice la nuova edizione del «Romaeuropa Festival», la cui apertura ufficiale è fissata per il 30 settembre all’Ippodromo di Tor di Valle con un evento speciale che si sposa perfettamente con il luogo scelto per ospitarlo. A quindici anni di distanza dalla sua ultima tournée italiana, torna la Compagnia di Teatro Equestre Zingaro diretta da Bartabas. Venticinque destrieri, undici cavalieri, tre danzatori-musicisti e dieci monaci tibetani compongono il cast artistico di «Loungta, les chevaux de vent», ultima creazione dell’originale regista francese, artefice qui di un viaggio visionario nella spiritualità tibetana affidato all’elegante plasticità di splendidi cavalli e alla maestria canora di monaci buddisti specializzati nel canto diafonico (esecuzione vocale in cui ogni singola gola emette due suoni differenti). Dopo aver esplorato altre atmosfere orientali in lavori precedenti quali «Éclipse» e «Chimére», l’immaginario tumultuoso di Bartabas si concentra adesso sulla magia di un luogo mistico e incantato come il Tibet, consegnatario qui di un antico mito di morte e resurrezione che trova nella musica e nelle coreografie equestri una forma d’espressione duplice ma intrinsecamente unitaria. Sotto un grande tendone illuminato solo un po’ e cosparso di incenso si dipana un sogno che, già accolto da enorme successo in giro per il mondo, è destinato a segnare con energia l’animo di chi vi assiste. Preludendo, inoltre, ad appuntamenti successivi altrettanto degni di nota.
Quest’anno infatti il festival diretto da Monique Vaute si appresta a compiere vent’anni (la prima edizione risale all’86) e arriva dunque a una tappa decisamente significativa. Non è un caso che il programma 2005 - a partire proprio dalla Compagnia Zingaro - metta insieme passato e futuro in uno spirito di proficua continuità, senza tradire però quella vocazione al nuovo che ha sempre contraddistinto la manifestazione capitolina.
Arriva per esempio dalla storia del «Romaeuropa» una formazione come il britannico DV8 Physical Theatre che presenterà nella capitale (teatro Olimpico, dal 23 al 26 novembre) la sua ultima creazione, «Just for Show»: spettacolo sulle apparenze e la vacuità della vita odierna che, firmato dal geniale coreografo Lloyd Newson, sembra destinato a bissare il felice esito del precedente «The cost of living» (promosso dal Romaeuropa 2003).
Appartiene invece all’oggi la presenza di un gruppo quale Teatrino Clandestino, formazione romagnola - capeggiata da Pietro Babina e Fiorenza Menni - dedita da anni a un filone di ricerca che scandaglia i meccanismi del linguaggio scenico, ponendolo in relazione con linguaggi «altri» e interrogandosi sulla sua intima ragion d’essere. La compagnia bolognese arriverà a Roma (teatro Palladium, dal 27 al 30 ottobre) con l’articolato «Progetto Milgram. L’alba di un torturatore», un lavoro che indaga il rapporto tra autorità e obbedienza prendendo le mosse dalle teorie dello psicologo sociale Stanley Milgram e approdando a un’analisi che tira in ballo la disciplina stessa del teatro.
Per informazioni sui biglietti e sul programma completo del Romaeuropa Festival c’è il numero verde 800.

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