Shakespeare è sempre Shakespeare. E, non c'è dubbio, Romeo e Giulietta rimangono gli innamorati più famosi di tutti i tempi, spappolando cuore e viscere da generazioni e generazioni. Dopo l'opera «Romeo et Juliette» di Charles Gounod, in scena meno di un mese fa sul palco del Carlo Felice con la attesissima e discussa partecipazione di Andrea Bocelli, tocca ora alla storia «veronese» sulle punte, con il balletto in due atti di Sergej Prokofev su libretto del celebre coreografo contemporaneo Jurij Grigorovic: una rielaborazione del testo shakespeariano ad hoc, che propone un impasto assai peculiare di poesia e coreografia, una creazione che gioca sulla forza espressiva della danza, puntando non tanto sulla storia - che viene ridotta al minimo, quasi scarificata - quanto sugli stati d'animo, sulle emozioni. Perché la danza deve saper commuovere. «Romeo e Giulietta» debutta domani sera al Carlo Felice (ore 20.30) con la compagnia del Balletto del Cremlino, che alla guida artistica vanta un nome come quello di Andrej Petrov.
Una compagnia che nasce ventidue anni fa e che ha sede nel prestigioso Palazzo di Stato sulla Piazza Rossa di Mosca, caratterizzata da un indiscusso elevato profilo artistico, da un rispetto totale delle tradizioni classiche dell'arte del Balletto Russo e con all'attivo ben ottantuno tournée, con cui ha presentato il proprio repertorio - firmato da coreografi moderni come da grandi maestri del passato - in trenta paesi esteri. Tre cast arriveranno a Genova, tra cui uno particolarmente giovane e che sarà sul palcoscenico mercoledì 28 in occasione della recita per le scuole, per un totale di settanta elementi - età media 25 anni - «tutti belli, bravi e talentuosi», come ha tenuto a sottolineare Nicolaj Troickij, direttore amministrativo del teatro russo ospite da ieri nella nostra città. Sul podio, dirige l'orchestra del Carlo Felice Rausan Jakupov; scene di Simon Virsaladze.
Il Balletto del Cremlino torna a Genova dopo otto anni - quando aveva portato «Cenerentola» - con un classico che ormai per tradizione fa parte del suo repertorio e che con la coreografia e gli adattamenti di Grigorovic ha indossato una veste tutta sua, più intensa e appassionata, «cucita su interpreti nuovi, giovani ed entusiasti».
Una lettura che colora e che lascia sempre di stucco, sempre con le parole di Troickij, e «che rispecchia la sensibilità e lalta professionalità di un artista del calibro di Grigorovic: non a caso negli anni in cui è stato coreografo principale al Bolsoj di Mosca sono nati i lavori più originali nella storia artistica della città, creazioni tutte sue che hanno entusiasmato il panorama mondiale della danza». Recite: sabato 24 (ore 15.30 e 20.30), domenica 25 (ore 15.30), martedì 27 (ore 15.30 e 20.30), mercoledì 28 (ore 20.30).
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