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Ronaldo-Milan: accordo fatto Ora tocca al Real

Il brasiliano: «Sbagliai a non trasferirmi in agosto Puntavo su Capello». Superati, in segreto, i test fisici suggeriti da Milanlab. Il procuratore vola a Madrid

E adesso tocca al Real Madrid. Ronaldo è pronto a partire, a lasciare la Spagna per fare ritorno nel calcio italiano e trasferirsi a Milanello. La proposta americana può aspettare fa sapere il Fenomeno che ha investito della trattativa il suo manager, Fabiano Farah, partito dal Brasile, passato ieri da Milano per fare tappa, con Ernesto Bronzetti al seguito, a Madrid dove deve incontrare Mjatovic, il responsabile dell’area tecnica dei merengues. Ronaldo e il Milan sono già d’accordo. Definita nei dettagli la loro intesa. Che non è solo finanziaria come si può pensare. Ma riguarda anche altro, lo stato di salute del brasiliano, sottoposto in questi giorni a una serie di test passati, per competenza, agli esperti di Milanlab. «Dimostrano che è veloce e reattivo» fanno sapere a Milanello. Ronaldo non è solo dimagrito di 8 chili, ha fatto un lavoro specifico per guadagnare tono muscolare e recuperare una condizione accettabile. Ha una voglia matta di rivincita e di dimostrare, nel campionato italiano, che «non sono ancora un ex» come garantisce al telefono nei colloqui quotidiani con Adriano Galliani e Ariedo Braida.
L’errore di agosto. In queste ore Ronaldo è pronto a confessare il grave errore commesso nel mese di agosto quando il Milan si presentò a Madrid, confezionò un’offerta economica (12 milioni di euro), considerata «offensiva» dai dirigenti madridisti, senza raccogliere la sua convinta adesione. «Pensavo che con l’arrivo di Capello al Real potessero cambiare molte cose. E invece...» è la sua riflessione amara, accompagnata dal rimpianto di dover perdere la seconda e più spettacolare parte della Champions league. Già perché Ronaldo, avendo già vestito la maglia del Real nel torneo continentale, col Milan può giocare solo il campionato ed eventualmente la coppa Italia. Ciononostante Ronaldo è determinatissimo a lasciare Madrid per Milano. «Ho sbagliato una volta, non sbaglio la seconda volta» confida ad alcuni amici, e tra questi anche Cassano viene messo a parte del suo dichiarato progetto. Lasciare il Real, anzi fuggire. Specie dopo aver letto le frasi irriverenti pronunciate da Calderon, il presidente.
Berlusconi d’accordo. «Se Ronaldo si allena è ancora il numero uno»: firmato Arrigo Sacchi. Ecco il punto sul quale poggiano tutti i dubbi e le resistenze del mondo del calcio all’operazione. Ma al Milan, Galliani e Ancelotti in prima fila, sono convinti del contrario. E cioè che Ronaldo è animato da grandi motivazioni. Perciò sono favorevoli all’operazione. E nessuno di loro, né il vice-presidente esecutivo, né tanto meno l’allenatore, è uscito allo scoperto per non mandare all’aria la trattativa. La tentazione di rispondere per le rime a Calderon, intervenuto ancora una volta sul mancato arrivo di Kakà al Real («è tutta colpa di Florentino Perez che ha parlato con Berlusconi e gli ha suggerito di prolungare il contratto al giovane campione») con una ricostruzione molto fantasiosa, è evidente. Per smontare il castello di Calderon bastano le cadenze dei rinnovi contrattuali imposti dal Milan al suo giocatore simbolo. Kakà firmò nel 2003 il primo contratto lungo 5 anni (è il massimo consentito dai regolamenti italiani) e via via, negli anni successivi, ritoccò la scadenza adesso fissata al 2011. «Berlusconi poi non ha contatti con Perez» fanno sapere dalla segreteria dell’ex premier. Smentita anche la tesi, accreditata da un quotidiano spagnolo, di un Berlusconi tiepido nei confronti dell’arrivo di Ronaldo al Milan. Non è affatto così. Anzi c’è chi ricorda il precedente: Ronaldo fu segnalato da Van Basten a Berlusconi all’epoca della sua milizia nel Psv Eindhoven. Non arrivò a Milano per una questione banalissima: all’epoca, con i libri contabili sotto osservazione, non c’era la possibilità di soddisfare le «particolari» richieste dei procuratori del giovane asso. Adesso tocca al Real. Che deve dare una risposta definitiva nelle prossime ore. Dentro o fuori. E comunicare le condizioni per la cessione.

In prestito con diritto di riscatto (cifra fissata a 3,5 milioni).

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