«Preferisco rischiare di fare tre punti piuttosto che battermi per tenerne uno». Frase storica di Josè Mourinho applicata nuovamente ad Alicante davanti allHercules che stava inchiodando il suo Real sul1-1 a quattordici minuti dal termine. A quel punto fuori il centrale difensivo Pepe, dentro il vilipeso centravanti Karim Benzema, al resto ha pensato Cristiano Ronaldo con una doppietta che porta a sette le sue reti nelle ultime tre partite contro Milan, Santander e Hercules, dodici nelle tredici presenze stagionali. Un Ronaldo che sta vivendo la sua seconda età delloro dopo Manchester, sempre più uomo copertina, addirittura in campo con scarpe leopardate, o zebrate, in occasione del derby del prossimo fine settimana contro lAtletico.
Ci sono due portoghesi alla testa dei blancos che comandano la Liga e domani arrivano a Milano con un unico obiettivo: conquistare San Siro e consolidare il primo posto nel girone di Champions. «Li rispettiamo ma sono fermamente convinto che abbiamo grandi possibilità di batterli nuovamente - ha detto Ronaldo -. Con Mourinho si lavora forte e lui ci ha insegnato a lottare uniti per un medesimo obiettivo». Ieri Mourinho non li ha lasciati festeggiare, allenamento mattutino a Valdebebas sempre rigidamente a porte chiuse, solo Ozil, in ombra contro lHercules, si è allenato a parte. Josè è su di giri, ha celebrato a modo suo il 3-1 sullHercules come se avesse vinto la coppa Intercontinentale, ha recuperato completamente Sergio Ramos e si sta godendo un sontuoso Di Maria che sta attraversando un periodo luminoso come Marcelo, una furia di dribbling in velocità sulla fascia sinistra. Ma non ha perso il gusto della precarietà che offre velenosamente alla sua tifoseria: «Non credo proprio che rimarrò a lungo nella Liga - ha ribadito -. Cè una cultura molto lontana da quella inglese ed è molto difficile restare a lungo sulla panchina di una squadra di primo livello». Ha confermato le sue difficoltà ad ambientarsi nel calcio spagnolo e intanto prosegue nella decimazione del vecchio Real con il direttore generale Jorge Valdano sempre più emarginato, non vuole neppure lui tra i piedi durante gli allenamenti, mentre lappello lanciato a Zinedine Zidane è stato un nuovo trionfo. Josè lo voleva meno appiccicato a Florentino Perez di cui era il referente principale, e più vicino alla squadra. Forse solo invidioso del ruolo del francese. Di fatto Zidane inizia ufficialmente la sua nuova collocazione allinterno del Madrid proprio in questa trasferta milanese in cui farà da collante fra giocatori e presidente, e probabilmente siederà accanto a Florentino Perez nel suo battesimo a San Siro.
Laltro portoghese Ricardo Carvalho, guardia scelta di Josè, ha parlato della sfida col Milan: «Sappiamo che vorranno vendicarsi ma noi siamo molto uniti e felici, merito di Mourinho che ci rende tutto più facile e di Ronaldo che sta segnando molto e cambia continuamente il suo modo di giocare. Noi? Vogliamo la certezza del primo posto prima possibile».
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