RomaOrmai i finiani lo danno per perso. Lex ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi sarebbe in procinto di rientrare nella maggioranza. Sembra un tormentone che non si avvera mai ma questa volta sono gli stessi futuristi ad ammetterlo con unalzata di spalle: «Il tragitto è segnato e se si perdono altri pezzi pazienza». Leventualità di un altra emorragia è considerata dietro langolo. Lincognita non è più legata al «se» ma al «quando»: cè chi dice dopo le amministrative, magari prendendo a pretesto leventuale e probabile flop del Fli; cè chi dice tra il primo e il secondo turno elettorale, quando Fini potrebbe dare delle indicazioni da orticaria a molti uomini di destra.
Per esempio a Milano, dove i boatos parlano di un appoggio al candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia, qualora questi arrivasse al ballottaggio contro la candidata pidiellina Letizia Moratti. Ufficialmente i futuristi non si sbilanciano e dicono che il cavallo vincente sarà il loro Manfredi Palmeri, puledro del nuovo polo. Ma se come probabile dovesse arrivare terzo, per Fini sarà scelta dura. Soprattutto per le conseguenze. Tra la Moratti e Pisapia, infatti, Gianfranco sarebbe propenso a tifare proprio per questultimo. Pisapia, ex deputato di Rifondazione comunista, difensore del leader curdo Abu Ocalan, legale della famiglia del black block Carlo Giuliani, sarebbe un nome perfettamente indigeribile per Urso, Ronchi e gli altri moderati del Fli, in fibrillazione da un pezzo.
Moderati che, questa sera, si incontreranno in un ristorante del centro per una cena del «che fare?». Chi non li ama, tra i futuristi, li liquida come quattro gatti che aspettano solo di rientrare allovile berlusconiano magari ottenendo qualche poltrona. Chi comprende i loro mal di pancia, invece, svela un paradosso: «Con il Pdl in fibrillazione il rischio che Urso strappi aumenta a vista docchio». Tutto vero. Infatti, sempre questa sera, il ministro Altero Matteoli raduna una trentina di parlamentari a lui vicini. Quasi tutti ex An che parleranno di futuro.
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