Roma - Dialogo. Ma senza accordo. Intanto la Rosa Bianca pensa a Montecatini: "Da qui inizierà il suo percorso". Il punto di arrivo sono le elezioni di aprile: per ora in corsa solitaria, poi, si vedrà. Ma il desiderio di un unico, grande centro si respira nell'aria.
Udc e Rosa bianca sono alla stretta finale nella trattativa per la presentazione di un’ unica lista di centro alle prossime elezioni. Si lavora sullo schema che vede Pier Ferdinando Casini unico candidato premier con il suo nome sulla scheda insieme al simbolo scudocrociato, senza però più la scritta Udc ma un richiamo nominale al Centro: "Centro popolare" è l’ipotesi più gettonata ma sono al vaglio ancora anche altre denominazione.
Esclusa categoricamente, invece, l’ipotesi fino a ieri ancora in campo di una "bicicletta" con i simboli di Udc e Rosa bianca collegati al nome di Casini. Il confronto è ancora aperto ed è soprattutto all’interno della Rosa bianca che non si considerano ancora sciolti tutti i nodi. Motivo per il quale tanto a via dei Due Macelli come fra gli uomini di Pezzotta, Baccini e Tabacci non viene ancora dato per certo che l’annuncio possa arrivare già domani a Montecatini, quando è prevista l’assemblea della Rosa bianca.
Nella peggiore delle ipotesi, però, entrambe le formazioni politiche escludono il confronto possa protrasi oltre l’inizio della prossima settimana.
Quanto alle confluenze di altre forze e personalità politiche nella nuova formazione centrista, resta confermato che la porta non sembra destinata ad aprirsi in alcun modo all’Udeur Clemente Mastella mentre sembra a buon punto il lavoro in corso per la candidatura di Ciriaco De Mita come capolista, probabilmente al Senato, in Campania. Pezzotta: "Troppe rigidità" Il più possibilista sembra essere il presidente della nuova formazione, Savino Pezzotta, che pur auspicando in un accordo con l’Udc nota "troppe rigidità nei nostri interlocutori". In riferimento, poi, alla convention di Montecatini, l’ex portavoce del Family Day spiega che la Rosa Bianca deciderà "con la nostra gente". "Continuiamo a pensare che sia una ipotesi utile, ma un accordo va concluso su un piano paritario", conclude.