Sabrina Cottone
da Milano
È una Rosa con molte spine nel pugno lanciata in faccia al centrosinistra, perché Emma Bonino, Marco Pannella e Enrico Boselli non fanno sconti a Romano Prodi e Piero Fassino. Anzi, al via della campagna elettorale milanese, tra un minuetto libertario della candidata Oriella Dorella e un né madonne né puttane molto anni Settanta della femminista storica Pia Locatelli, è un inseguirsi di critiche sulla mancanza di leadership di Prodi e le scelte clericali dei Ds, che hanno preferito la Margherita ai cugini dello Sdi. Per non parlare dei maneggi alleati «che già pensano a come distribuirsi le poltrone» (Bonino dixit) e della mancanza di chiarezza nel programma su coppie di fatto e scuola pubblica (lamentele di Boselli).
Tutti e due, Pannella e Bonino, insistono sulla latitanza di Prodi come capo della coalizione, nel momento in cui Berlusconi sta recuperando consensi e venerdì si confronterà con il comunista Oliviero Diliberto, rafforzando tra gli elettori lidea di unopposizione fatta di estremisti. «Se esiste un leader faccia il favore di battere un colpo» invoca lei. Aggiunge: «Non ci sono soldi e chi promette bonus è da portare via con lambulanza», mentre la mente vola ai bonus bebè messi in programma dal Professore. Bonino non nasconde neppure la convinzione che la Cdl stia recuperando consensi e indecisi e che il rischio di una sconfitta per il centrosinistra sia elevato: «È una strada in salita per noi e per la sinistra perché mancano quaranta giorni e dallaltra parte cè un signore capace di tutto». Daccordo Boselli: «Non sarà una passeggiata». Pannella dà i numeri dellallarme e cioè che Berlusconi fra settembre e oggi ha recuperato nove punti e il centrosinistra ne ha persi sette: «Prodi eserciti una leadership maggiore. Non è più tollerabile che sia Berlusconi a dettare luoghi, temi, tempi di lotta. Il disegno del premier è di enorme finezza».
Poi Boselli dal palco fa una rivelazione che è veleno puro versato in casa diessina. Mentre dalla Quercia fuggono consensi e uomini (primo ma non solo Lanfranco Turci) e si alzano timori di concorrenza sleale a destra, il leader dello Sdi racconta di essersi offerto al segretario dei Ds prima di cercare lalleanza con i radicali. «A ottobre gli dissi: presentiamoci insieme alle politiche. Lui ha deciso di fare la lista con Rutelli. Una scelta che rispettiamo, anche se speriamo che questa unione di fatto finisca...». Fassino smentisce («mai ricevute proposte del genere, anzi il segretario dello Sdi mi disse di sentirsi costretto a uscire dallUlivo»), ma Boselli controreplica. E se non arriva a dargli di bugiardo, gli diagnostica unamnesia sospetta: «La parola delluno vale quanto quella dellaltro. Quando si tratta di conversazioni telefoniche tra due persone, come è avvenuto tra Boselli e Fassino, luno o laltro, o tutte e due, a distanza di tempo possono perdere la memoria». E tra i radicali cè chi è pronto ad alzare la mano destra per confermare la versione di Boselli.
A legare la salsa radical-socialista cè Liberi liberi di Vasco Rossi, testimonial principe della Rosa che fa da colonna sonora alle parole dei superlaici. Ma soprattutto, a tenerli insieme è linsofferenza per quel che sa di Oltretevere. «Ormai sembriamo cittadini vaticani più che italiani» arringa Emma tra gli applausi. E poi, o forse prima, la mai sopita ambizione di vedere una donna (radicale) al Quirinale.
«Chiediamo primarie dellUnione per il presidente della Repubblica. Cè un impegno morale a tenerle» dice Pannella, che ha già una data pronta, naturalmente provocatoria come è nello stile innato delluomo: la domenica di Pasqua. A questo punto sembra quasi di contorno la profonda divergenza di vedute su Pacs e scuole pubbliche. «Su questi temi chiediamo un programma più chiaro perché non vogliamo che una parte della coalizione voti con la destra su leggi che riguardano le libertà civili» è il paletto di Boselli.
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